Agricoltura: viceministro Olivero, settore della ripartenza

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Ansa – Venezia, 28 mar – Sarò il settore dell’agroalimentare il motore dello sviluppo e della ripartenza del sistema Italia, grazie anche all’imminente volano dell’Expo 2015. Lo ha affermato il viceministro per le politiche agricole Andrea Olivero incontrando, a palazzo Ferro-Fini, il presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato, i consiglieri (rappresentanti da Bruno Pigozzo, Pd) e i rappresentanti del mondo agricolo. Nella giornata veneta del neosottosegretario del governo Renzi, senatore dei Popolari per l’Italia e sino ad un anno e mezzo fa presidente nazionale delle Acli e portavoce del Forum del terzo settore, l’incontro in Consiglio regionale ha rappresentato il momento di ascolto delle istanze e delle problematiche del settore primario. L’agricoltura veneta, rappresentata dal presidente di Coldiretti Giorgio Piazza, dal direttore regionale di Azove Giuseppe Borin, da Domenico Dal Bo dell’associazione produttori ortofrutticoli e da Eugenio Zaggia, coordinatore nazionale dei Gal e presidente del Consorzio di bonifica Bacchiglione Brenta, ha messo in fila le richieste prioritarie al nuovo governo: innanzitutto continuità di mandato (“vi preghiamo di durare”, ha esordito il leader della Coldiretti veneta) e poi semplificazione, sburocratizzazione, velocità di finanziamento e di pagamento, sostegno alla zootecnia, attenzione per la ricerca e i giovani, lotta alla contraffazione e tutela del ‘made in Italy, risorse e investimenti per i consorzi di bonifica e la difesa idrogeologica del suolo. “Il primario è settore di ‘traino’ per il Paese, soprattutto nell’attuale momento di crisi” ha ribadito il viceministro all’agricoltura, confermando l’impegno del governo “a selezionare le scelte, poche ma importanti, a fare in fretta e a fare bene”. “Nelle prossime settimane intensificheremo gli incontri con le Regioni, le organizzazioni professionali e le associazioni del mondo agricolo – ha prospettato Olivero – per trovare i punti di convergenza sulle decisioni necessarie e il più possibile coraggiose, in modo da concentrare le limitate risorse in quei settori che hanno maggiori potenzialità di crescita”. Le priorità, secondo il sottosegretario alle politiche agricole, sono il varo del marchio di qualità ‘made in Italy’, l’intensificazione dei controlli contro le contraffazioni e le agromafie, la tutela del territorio in particolare attraverso il sostegno a “forme di responsabilizzazione diffusa” come i consorzi di bonifica. Ma i problemi e i nodi strutturali del settore primario – ha avvertito Olivero – sono irrisolvibili se prima non si fanno le riforme istituzionali e non si pone mano alla revisione del titolo quinto della Costituzione, sgombrando il campo dal continuo conflitto di competenze tra Stato e Regioni e dalla sovrapposizione di enti e di ruoli, tanto dannosa soprattutto in materia di controlli e sanzioni. Un primo passo nella direzione indicata, secondo Olivero, è il collegato alla legge di stabilità in materia di agricoltura: provvedimento legislativo depositato da pochi giorni in Parlamento, che introduce norme di semplificazione e di riordino delle società e degli enti partecipati dal ministero e che – ha fatto notare il viceministro – rimette al centro della legislazione nazionale, anche in termini nominali, il settore ‘agricoltura’: le ultime due leggi di stabilità – ha fatto notare l’esponente del governo – lo hanno citato solo due volte, e marginalmente.

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