Chiusura del Museo di Storia Naturale del Vulture. Il contributo di Aurelio Pace (PpI Basilicata)

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POTENZA . “Il complesso di competenze e conoscenze della nostra Regione, ospitato negli spazi culturali destinati a preservare il nostro patrimonio e diffondere la Sua Storia e le Sue Tradizioni, è messo a rischio dalla soppressione delle competenze e relative risorse finanziarie alle Province, così come espresso dalla legge 56/2014.

Tutelare il sistema museale e la gestione degli spazi culturali è oggi un’esigenza che si rivela particolarmente sentita nella nostra Regione anche alla luce dell’ultima designazione che vuole Matera Capitale Europea della Cultura 2019.

La chiusura del Museo di Storia Naturale del Vulture, ospitato nella Badia di Monticchio, dedicata al culto dell’Arcangelo San Michele, fondata dai Benedettini nel X secolo, è causata dalla mancanza di fondi economici che non consentirà di pagare le scadenze di diverse utenze. E’ inaccettabile che si possa condividere una progressiva perdita degli spazi che ospitano le radici culturali di una Regione che vuole affrontare la sfida dello sviluppo rinunciando al suo patrimonio storico artistico e decidendo di lasciare nell’oblio i luoghi che possono, con le sue testimonianze, farlo riviere e conoscere. Questi rischi non riguardano solo il Museo di Storia Naturale di Monticchio, ma anche l’eventuale chiusura della Biblioteca, Museo e Pinacoteca Provinciale, rischiando di passare dai “Modelli virtuosi” di cui il Ministro Franceschini racconta, ai “modelli dell’assenza”, alle voci negate, alle testimonianze orfane. Il sistema di salvaguardia e valorizzazione del nostro patrimonio culturale ci impone di rispettare anche gli spazi che li ospitano.

Il momento di difficoltà istituzionale che sta vivendo la Provincia di Potenza, ed in generale le province italiane, a causa di una riforma a tratti senza alcun senso, incide fortemente sulla capacità di offerta culturale e su percorsi di valorizzazione faticosamente costruiti negli anni, anche grazie al prezioso operato di operatori competenti.

Heidegger attribuisce all’esistenza dell’uomo due qualità fondamentali: l’«essere con gli altri», che costituisce la struttura basilare di ogni possibile rapporto tra gli uomini e l’«esserci nel mondo», che si manifesta nella cura di sé, delle cose e dello spazio.

Questa condizione è la premessa di una educazione ineludibile per evitare nuove forme di marginalizzazione che finiranno per renderci ulteriormente meno pronti alle sfide che la Cultura delle Conoscenza impone”.

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