Il dovere dell’accoglienza: perchè il Vangelo sia vita e non solo parola

16738988_MGZOOM-632x421La Croce quotidiano – Ascoltando l’angelus di ieri di Francesco si è avvertito in maniera chiara e netta l’invito alle diverse realtà ecclesiali di accogliere nelle proprie dimore almeno una famiglia di rifugiati. Con queste parole il Pontefice ha lanciato l’appello: ‘Chiedo a tutte le parrocchie, a tutti i conventi, di ospitare almeno una famiglia di profughi’. Un invito deciso e diretto alla comunità cristiana composto da esortazioni alle coscienze e richiami alle nazioni affinché prendano posizioni capaci di affrontare il problema e non di ‘cannibalizzarlo’ sui mass-media. Il Papa invita tutti noi cristiani (in primis la Chiesa stessa con le sue strutture) ad accogliere chi soffre perché di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita, il Vangelo ci chiama e ci chiede di essere ‘prossimi’ dei più piccoli e abbandonati. Ci chiama loro a dare una speranza concreta’. Il Papa ci invita quindi a vivere la Parola e testimoniarla con la nostra azione: occorre quindi agire di conseguenza con quanto ci viene dalla nostra tradizione cristiana e tradurla in presenza capace di cambiare (in meglio) il mondo in cui viviamo. Purtroppo, come spesso capita nelle nostre Diocesi, gli inviti ad agire dei Pontefici nei molteplici campo della vita, si scontra con le difficoltà ‘burocratiche’ nell’attivare risposte adeguate alle sfide lanciate dal capo della Chiesa. Per questo occorre che anche noi laici affianchiamo le nostre parrocchie e i nostri Vescovi affinché riescano a non perdersi nei limiti imposti da norme autoreferenziali rispetto alla sfida dell’accoglienza. Il fatto che la Chiesa, per prima, si offra di mettere in campo azioni di solidarietà sana e organizzata dimostra e conferma l’importanza dei soggetti sociali presenti nel suolo italico nell’anticipare e, spesso, sostituire lo Stato nell’espletamento delle proprie responsabilità. Oggi viviamo momenti in cui la politica, soprattutto quella europea, si trova a ‘ristagnare’ nell’assenza di decisionismo e visioni di lungo periodo dei capi di stato europei. Da qualche giorno Merkel ha aperto all’accoglienza di qualche migliaia di profughi siriani, ma questo non basta. Occorre, come chiede Francesco, una grande azione di accoglienza organizzata e dignitosa. Capace di dare risposte vere e credibili al problema, distinguendo naturalmente tra chi ha realmente diritto d’asilo e chi no. Accoglienza sì ma a chi ne ha veramente bisogno. Un’azione così strutturata toglierebbe ossigeno ai populismi di destra e di sinistra e darebbe respiro ai tanti che vogliono veramente affrontare la crisi migratoria. Perché di questo abbiamo bisogno.

Mirko De Carli

Articolo pubblicato in esclusiva per La Croce quotidiano

Author: admin

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