Il PD? Un campo profughi. L’editoriale di Potito Salatto

PD-telecamera

 

FUTURO EUROPA – Ormai il PD di Renzi è un confuso campo profughi con rifugiati di etnie, religioni, visioni politiche diverse, ma accomunati tutti da una disperata esigenza di sopravvivenza. Convivono così dissidenti politici in fuga dalle lotte interne dei partiti di provenienza, parlamentari in cerca di un illusorio futuro stabile vista la crisi in cui versa la loro parte politica, eccetera.

Quanto resisteranno convivenze che per la loro eterogeneità necessitano di una gestione cinica, dura e spesso mortificante da parte di chi ha la titolarità del campo? Quanto il Paese nel quale si estende un siffatto centro di accoglienza potrà sopportare i costi politici di una situazione tale? Non dimentichiamo che il costo, comunque, è a carico dei cittadini. Quali sono dunque gli interessi economici che sottendono la gestione di questa struttura? A quali obiettivi di potere fa capo una siffatta confusa forza-lavoro?

Tutte domande alle quali spero che, prima o poi, i Popolari italiani sapranno dare una risposta chiara e convincente. Ne va di quella pace sociale della quale l’Italia ha assoluto bisogno se vuole uscire realmente dalla crisi morale, ideale ed economica che la caratterizza.

Ne va della dignità della nostra classe politica dirigente sempre meno stimata all’interno e all’esterno dei nostri confini nazionali. Su quest’ultima considerazione basterebbe notare come l’Italia, pur avendo la responsabile della politica estera europea, non era presente all’incontro tra Putin, Merkel e Hollande.

Ognuno ha quello che si merita, giusto o ingiusto che sia.

 

[NdR – L’autore dell’articolo è Vicepresidente nazionale dei Popolari per l’Italia e Membro del Bureau PPE a Bruxelles]

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