Renzi, perfomance di fine d’anno per la Stampa

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FUTURO EUROPA – Resoconto di Marco Sabatini – Battesimo per Matteo Renzi ieri, in una fredda mattinata di fine dicembre, con la sua prima Conferenza stampa di fine anno da Presidente del Consiglio, il tradizionale incontro annuale con la Stampa per il punto, specie stavolta, su quanto promesso e quanto realmente fatto dal Governo in questi undici mesi di vita dell’Esecutivo. Organizzato come ogni anno dall’Ordine nazionale dei Giornalisti e dall’Associazione Stampa Parlamentare nella nuova Aula del Palazzo dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati, erano accreditate insieme a Futuro Europa più di cinquanta tra Testate nazionali ed estere.

Nel suo intervento di saluto il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino ha, tra l’altro, tenuto a ribadire come sia necessario porre mano alla riforma della Legge istitutiva della professione giornalistica che ha ormai più di cinquant’anni e come debba essere aggiornata e adattata ai nuovi mezzi di comunicazione di cui la stampa oggi dispone. Mentre – dopo un doveroso elogio alle squadre di soccorso del traghetto che ha preso fuoco al largo delle coste pugliesi – Matteo Renzi ha preferito evitare il suo discorso introduttivo “per lasciare spazio alle domande dei giornalisti” anche se il limitato tempo a disposizione ed il consueto sorteggio dell’ordine degli interventi non hanno consentito a tutti gli iscritti ad intervenire (tra questi, anche noi di Futuro Europa) di porre una domanda al Presidente del Consiglio.

Partiamo dalla fine. La sensazione che abbiamo avuto al termine dell’incontro è che, in perfetto stile renziano, il Presidente del Consiglio non abbia soddisfatto le attese della Stampa. Più volte Renzi ha risposto alle domande più stringenti con un “non posso dire cosa penso personalmente, il Governo poi deciderà”, specie a quelle inevitabili sul futuro prossimo del Quirinale; tranne poi lasciarsi andare ad una erudita esposizione sulle modalità e l’andamento degli ultimi quarat’anni di elezioni per il Presidente della Repubblica. In una sorta, ci sia concesso, di demagogia oratoria allo stato puro, abbiamo ascoltato un susseguirsi di auto elogi per le riforme sinora messe in cantiere dal suo Governo ed una – seppur condivisibile – certezza che l’Italia ce la faccia in fondo a tornare al suo splendore. Ma non sono nemmeno mancati alcuni “cavalli di battaglia” di Matteo Renzi: rivoluzione copernicana, obiettivo del Governo è cambiare l’umore degli Italiani, “ritmo” è la parola d’ordine del 2015.

Ma cerchiamo di trarre qualche notizia flash, seppur faticosamente e con frammentarietà, dalle parole del Presidente del Consiglio in occasione di questo incontro con la Stampa.

Europa – Non bastano solo riforme nazionali, serve una ricollocazione dell’Europa cambiandone il paradigma economico. Il Piano Juncker è un primo passo ma non è sufficiente.

Jobs Act – Ho chiesto io di togliere la norma sul pubblico impiego perché già c’è in discussione in Parlamento nelle Commissioni una specifica proposta di riforma del Ministro Madia.

Legge elettorale – Nella nuova Legge riteniamo perfetto il sistema delle preferenze con un Capolista di Collegio e preferenze di genere. L’Italicum lo chiamerei un Mattarellum con le preferenze. La proposta di passare al vaglio di costituzionalità prima di approvare la Legge non sarebbe per noi un problema: è una legge seria e in grado di consentire al vincitore di governare per un’intera legislatura. Quanto alle correzioni richieste da Calderoli, lui è un esperto di legge elettorale e quella che porta il suo nome è stata una “porcata”. Allora, non sarebbe male che a questo giro Calderoli si riposasse un po’.

Riforma titolo V – Faremo di tutto perché si svolga poi un Referendum, così che tutti gli Italiani possano esprimere il loro parere.

Investimenti pubblici – Investimenti pubblici e privati vanno scomputati dal Patto di Stabilità dell’Unione Europea.

Spending review – Tra le tante cose, bisogna affrontare le dismissioni degli immobili pubblici anche per tagliare gli elevati costi di gestione. Per le privatizzazioni, invece, è bene farlo quando il mercato risulta conveniente ma già stiamo lavorando a soluzioni per Poste e Ferrovie, mentre per Eni ne stiamo valutando l’opportunità.

Local tax – Partirà dal 2016: il nostro obiettivo, in un sistema fiscale più semplice, è far pagare le tasse una sola volta all’anno: così, dopo, si piange una sola settimana all’anno.

Scuola – Citazione di Tony Blair: come cambia un Paese? Con tre parole: education, education, education. E’ un tema molto importante e non vanno fatte cose affrettate ma con il coinvolgimento di tutte le componenti.

Berlusconi – Forza Italia non può esistere senza Berlusconi, sarebbe un’altra cosa.

Marò – Sono stati fatti errori nel passato. Il Governo segue la questione mantenendo aperti i canali giudiziari e diplomatici, sperando di riportare a casa i due Marò in un’ottica di dialogo con le autorità indiane.

RAI – Il 2015 sarà l’anno in cui ci occuperemo della RAI, sinora non abbiamo mai messo bocca ma pensiamo ad un intervento strutturale.

Per la curiosità dei lettori, la domanda che avremmo voluto rivolgere a Matteo Renzi se fosse arrivato il nostro turno: “Da più parti si sostiene che lei voglia far approvare la nuova Legge Elettorale al più presto per poi andare subito alle urne. Lei sostiene invece che l’obiettivo del suo Esecutivo è di rimanere al governo del Paese sino alla scadenza naturale della Legislatura nel 2018. Allora, le chiedo se possiamo stare sereni”. Ci rimane però la curiosità di sapere come Renzi avrebbe risposto a distanza di quasi un anno da quell’ormai famoso e insospettabile “stai sereno” rivolto al suo predecessore a Palazzo Chigi.

 

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