Riforme: Di Maggio, epurazioni renziane inizio della dittatura

di maggio2Roma – “Nella canea generale di questi momenti, in cui tanti osannano le gesta del novello caudillo, pochi osservano il nocciolo della questione, cioè la palese violazione della Costituzione attraverso un attacco violentissimo al cuore della democrazia del paese”. Lo ha detto in una nota il senatore dei Popolari per l’Italia Tito Di Maggio, parlando dell’irregolare sostituzione di Mario Mauro in commissione Affari costituzionali, alla luce del ricorso presentato dal partito contro la rimozione e del precedente del 2012 di Paolo Amato del Pdl, difeso allora a spada tratta da Luigi Zanda, oggi su posizioni diametralmente opposte.

“Bisogna correre verso le riforme – ha aggiunto di Maggio – verso la stabilità, sbandierando il 40% del risultato elettorale, affidando la cura della Costituzione ad una signorina fatta ministro semplicemente perché potesse avere libero accesso a Palazzo Chigi. Tutti blaterano di tutto non dicendo niente, allontanando l’attenzione dallo scempio delle garanzie costituzionali di libertà abbandonate dal Partito democratico”.

“Assistiamo nel silenzio reverenziale di una stampa prona ad un fatto eccezionale. La storia ci ha insegnato che togliendo la libertà al popolo si mette il Parlamento al servizio del dittatore di turno, da noi accade il contrario, si epurano i parlamentari dissidenti per arrivare a negare le libertà costituite. Si batte una tesi mediaticamente fortissima: gli italiani vogliono le riforme, il che è anche vero, peccato però – ha concluso Di Maggio – che nel blaterare a vuoto ci si dimentichi di ricordare che otto italiani su dieci non hanno votato Renzi”.

 

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