VENETO/ Occorre una svolta coerente con la migliore tradizione storica e politica fatta di autonomia, democrazia e sussidiarietà

verona

PADOVA – In piazza del Popolo a Roma Flavio Tosi è stato relegato tra la folla e, ieri a Milano, mezzo commissariato e richiamato a una scelta definitiva: o la Lega o il Faro. Dunque, l’intuizione del sindaco di Verona secondo cui l’alternativa a Renzi necessita anche di una ricostruzione moderna di spazi per “i moderati e i popolari” non interessa a via Bellerio.

Invece, sabato dal palco di piazza del Popolo Matteo Salvini aveva, innanzitutto, preteso di riplasmare l’immagine di Zaia, offrendone ai fedeli riuniti a Roma un inedito totem, ottenendo che il governatore si allineasse subito a un linguaggio politico che non gli apparteneva, ripetendo quello del leader, persino scurrile nella sintassi, a rimarcare una deriva lepenista senza riserve. A quel punto Salvini ieri a Milano ha potuto imporre definitivamente la sua linea: Zaia suo presidente, le liste mediate con il redivivo ex On Giampaolo Dozzo, nominato veneto per cooptazione, le alleanze venete di competenza esclusiva del partito federale, ossia di Salvini medesimo.

Non sappiamo cosa deciderà di fare l’amico Tosi: se restare come un visconte dimezzato in una Lega di estrema destra o assumere una posizione autonoma da “leghista democristiano”, come lui stesso si è definito e puntare a dar corpo a quella ristrutturazione moderna del centro-destra sul modello della CSU bavarese, discusso nel nostro convegno del 20 dicembre scorso a Verona e che rimane uno degli obiettivi della strategia del Faro. Avevamo avvisato i lumbard di non provocare “el Leon”, un’indicazione che ora vale anche e soprattutto per il presidente Zaia.

Se prevalesse la logica salviniana sui connotati politici e sulle alleanze anche nel Veneto temiamo che il presidente uscente rischierebbe di non essere compreso da molti suoi elettori. Attenti a ciò che accadrà giovedì alla riunione della Liga veneta, annunciamo sin d’ora che noi civici e Popolari del Veneto non saremo disponibili a sostenere liste di ispirazione lepenista con venature neofasciste. Se ciò accadesse non potremmo che fare appello a tutte le componenti democratiche per garantire al Veneto una svolta effettiva coerente con la sua migliore tradizione storica e politica fatta di autonomia, democrazia e sussidiarietà: cioè di libertà.

La costituente civica e popolare

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