AMMINISTRATIVE MACERATA/Popolari per l’Italia presentano lista a sostegno di Deborah Pantana
«Basta guerre di religione a Macerata. La città della Pace deve ritrovare i valori dell’unione e dell’accoglienza e con i Popolari lo può fare». La settimana di Deborah Pantana volge quasi al termine con la presentazione ufficiale della sesta delle sette liste già presentate – domani l’ultimo atto con Sovranità prima agli Italiani – in forza alla coalizione che la sosterrà per le comunali. Tra i 23 candidati dei Popolari per l’Italia (orfana dello scudo crociato affidato all’Udc), guidati dal consigliere uscente Uliano Salvatori, anche l’ex Pd Luigi Carelli attuale presidente della commissione Urbanistica dell’amministrazione Romano Carancini. Tra i supporter ma non candidati un altro fuoriuscito dalla maggioranza, Guido Garufi. Il consigliere comunale ammette: “Data la mia provenienza di centro sosterrò questa lista”.
A spiegare i motivi ideologici dell’alleanza ci pensa Pantana: «Questa è una città in cui da sempre laici e cattolici convivono pacificamente. La nostra è una battaglia valoriale in cui vanno sì affermati i principi etici e cattolici del nostro movimento senza però negare l’apporto della componente laica della città. Una spinta popolare spontanea ci ha spinto a scendere in campo e a dire basta all’attuale amministrazione. Ecco perché ad oggi siamo gli unici che possono contrastare veramente Carancini». “Libera chiesa in Libero Stato” sembra essere dunque il motto alla base dell’alleanza Pantana-Popolari con la candidata che però mostra perplessità per l’invito rivolto dal vescovo Nazareno Marconi, che in una serie di incontri televisivi si confronterà con i 9 aspiranti sindaco (leggi l’articolo). «Forse è l’unica città d’Italia in cui un vescovo chiama i candidati ad un confronto aperto. Io non mi tiro indietro ma non so che cosa significa questa convocazione anche se la mia provenienza è di base cattolica. Con i Popolari ho condotto battaglie estenuanti in consiglio comunale come quella contro il regolamento per le coppie di fatto proposto prima dalla giunta Meschini e poi da quella Carancini entrambi bloccati dagli emendamenti proposti in fase di discussione».
Fondamentale anche il tema della rinascita urbanistica affidato a Luigi Carelli che aveva anticipato le motivazioni che lo avevano spinto tra le braccia di Pantana (leggi l’articolo). «L’amministrazione Carancini non ha fatto altro che spot – incalza il consigliere comunale – portando avanti solo progetti, come il palazzo Buonaccorsi o l’orologio della torre, già avviati dalle precedenti amministrazioni di Menghi e Meschini. Per non parlare poi dell’elisuperficie richiesta dalla Regione già 4 anni e in via di realizzazione solo oggi, in piena campagna elettorale, dell’inutilità della bretella tra via dei Velini e via Martiri delle Foibe, delle piscine per cui non sono stati accesi mutui dalla Fontescodella, quindi mancano i soldi per la realizzazione». Le direttive le fornisce il capolista Salvatori che annuncia anche il ritorno a Macerata del segretario nazionale Mario Mauro: «E’ una lista politica con quasi tutti volti nuovi. Abbiamo a cuore il rinnovamento della classe dirigente della città.
Basta con gli attacchi personali sotto le mentite spoglie della difesa politica (il riferimento è al candidato Maurizio Mosca) abbiamo una vasta base popolare ed è questa che deve arrivare al potere. Allo stesso modo il sindaco di Macerata sarà il sindaco del capoluogo di provincia rivestendo quella leadership che ha perso da tempo. Sentiamo che la città vuole cambiare e per questo cercheremo il voto casa per casa. Ci siamo dati l’obiettivo di prendere almeno 50 preferenze a testa e arrivare a 1000 per tutta la lista».
Le perplessità sulla convocazione episcopale dei candidati sono condivise anche da Carlo Carelli dell’Ordine dei cavalieri di Malta:
«Ho letto che il vescovo di Macerata convocherà i candidati sindaco, tre per ogni seduta, senza pubblico nè contradditorio. Non penso sia il compito del vescovo interrogare i candidati: il suo compito è quello come suggerisce papa Francesco, di vivere tra la gente e diffondere la parola di Cristo e difendere la Chiesa che oggi ne ha tanto bisogno. Evitare il verificarsi di quanto avvenuto in occasione del ballottaggio delle primarie del Pd, tra Carancini e Mandrelli, in cui sono state mobilitate le parrocchie condizionando il voto con le accuse all’avvocato Mandrelli di essere massone e ateo. Per buona conoscenza un massone non può essere nè libertino, nè ateo, riconosce il Grande Architetto dell’universo ome essere supremo. Il popolo deve scegliere il migliore tra i candidati, capace di amministrare la città e non chi frequenta la parrocchia. I problemi religiosi sono personali».