BOLOGNA/Angeli: città metropolitana, due pesi e due misure

Bologna-_Panorama-702x336Quando ci si chieda come mai, nell’attraversamento appenninico per la variante di valico della A1,  i lavori non abbiano conosciuto l’attiva e organizzata ribellione che incontra la Tav in Val di Susa, la risposta è scontata: il controllo del territorio garantito dal potere del PD, erede in toto, da questo punto di vista, di quello che fu del Pci.

Eppure la bolognese Valle del Setta non ha subito un impatto di poco conto. Al contrario, se si guarda dall’alto (non necessita un sorvolo, basta salire in quota su una strada di crinale) si ha la fotografia di un vero e proprio stravolgimento che sconfina nello scempio paesaggistico e ambientale .

Ebbene tutto ciò è avvenuto nella più o meno serena accettazione delle popolazioni locali che, se avessero inscenato contestazioni feroci stile No Tav, avrebbero potuto bloccare i collegamenti nord sud del paese (stante la situazione del vecchio percorso appenninico ormai riconosciuta al limite del collasso).

Indubbiamente in Val di Susa la situazione risente anche di un coinvolgimento di componenti estranee ai locali e sempre pronte a cogliere qualsiasi pretesto per fare caos; ma ciò non può avvenire senza che gli organizzatori autoctoni esplicitamente o implicitamente.  lo consentano.

Si deve dunque concludere che i residenti della Val di Setta nutrono minor attaccamento al proprio territorio di quelli della Val di Susa.? E’ lecito dubitarne.

Giocano, invece, diversi  fattori, su cui indubbiamente il controllo del partitone bolognese da sempre fa leva: un elevato senso di solidarietà nazionale che automaticamente si traduce in assunzione di responsabilità; un radicato rispetto per tutto ciò che significa progresso ed emancipazione; e non ultimo un’accettazione  scontata, per non dire  cieca, delle scelte di governo locale, che in questi territori, salvo rarissime eccezioni,  significa del partito.

Se i primi due fattori possono catalogarsi fra le virtù, il terzo rientra nei vizi: si può quindi dire che nel territorio metropolitano bolognese, il partitone esercita, nel bene e nel male, un efficace controllo del territorio, attraverso i Sindaci che nella stragrande maggioranza dei casi, vengono candidati prevalentemente per la loro disponibilità ad essere yes men (o women) e, in quanto candidati dal partitone, vengono avallati da consistenti maggioranze di elettori che, alternativamente o sono consapevoli di doversi turare il naso, o temono il salto nel buio.

Le eccezioni a tale meccanismo si contano sulle dita di una sola mano. Ed è altrettanto vero  che il progressivo calo percentuale di consenso dei candidati PD non consentirebbe loro di vincere senza il determinante contributo di una consistente quota di elettorato cattolico che, pare potersi dire abbia perso, oltre al buon senso, ogni equilibrato criterio di giudizio.

Così, concentrandosi sul male del suddetto controllo, non può negarsi, ad esempio, che vi  rientri la superficialità con cui pare si sia subito il massiccio deposito lungo il Setta dei milioni di metri cubi di materiali di risulta degli scavi. Da un po’ di tempo, infatti, suscita allarme nella popolazione locale la presenza, di operai adetti alla movimentazione dei materiali stessi che indossano tute bianche con tanto di maschera protettiva integrale  Alla vista di ciò giustamente la gente, che ha subito e respirato per qualche anno le polveri causate dalla discarica di tali materiali, si chiede come mai, dovendosi i lavoratori proteggere in maniera così scrupolosa, non si sia provveduto a suo tempo e non si provveda ora ad applicare altrettanto scrupolo nei confronti dei residenti. Comprensibile, a questo punto, che le rassicurazioni del  Sindaco, che si accontenta di quanto dichiarato al Comune da Società Autostrade sono ben lontane dal tranquillizzare la pubblica opinione.

Del resto, ed è un altro aspetto maligno del controllo del territorio, è da diversi decenni che la montagna viene  marginalizzata e relegata a ruolo di ricreatorio della città, col risultato di un accentuato abbandono dell’ attività agricola, di una pressochè totale assenza di attività industriali, incompatibili, secondo un’ottusa visione urbanistica, con una non meglio definita e perseguita “vocazione turistica” e, comunque, con quella destinazione scrupolosamente pianificata a ricreatorio e riserva di caccia di cui si diceva, e con un progressivo spopolamento che, nei piccoli centri in quota ha da tempo raggiunto dimensioni irreversibili.

Che tutt’altra considerazione venga invece riservata alla pianura a nord di Bologna è dimostrato dal fatto che del progetto Passante nord si discute da dieci e passa anni, con infiniti stop and go determinati dal primo comitato di residenti dell’ultima frazione di un comune lambito dal tracciato che si senta leso nei propri interessi o, quantomeno disturbato dai flussi di traffico a venire. Nel caso della Variante di valico tutto si è risolto rapidamente contrattando  opere pubbliche compensative.  Ma in pianura i cittadini puntano i piedi e i Sindaci si adeguano.

Due pesi e due misure, dunque: da un lato c’è chi ha diritto ad esercitare un potere contrattuale e dall’altro chi deve subire e basta. Considerato che queste sono le premesse, si è autorizzati a credere che la Città Metropolitana non  si discosterà da questo schema. Non è certo Merola né il suo PD che avrà l’intenzione di farlo.

Impegnarsi in politica per noi significa dunque da un lato contrastare con fermezza questo dualismo programmatico e dall’altro, ligi al principio che viene sempre prima la persona e la sua dignità, riportare la gente, anche quella della montagna, a superare vassallaggio e scetticismo e a ritrovare  la voglia e l’intima soddisfazione dell’incontrarsi e del partecipare attivamente al bene comune esprimendo idee, opinioni e proposte.

Sergio Angeli

 

Author: admin

Share This Post On

Submit a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *