CENTRODESTRA/Forte: inizia la fase dell’alternativa a Renzi
Quagliariello dopo il voto alla riforma costituzionale di ieri dice che è finita una fase e occorre togliere il sostegno al governo Renzi. Personalmente penso che la fase iniziata con la nascita di Ncd fosse già finita nel febbraio del 2014, con l’#enricostaisereno per intenderci. La ragione che portò, a mio avviso giustamente, a non seguire l’involuzione del Pdl in FI trovava ragione nell’eccezionalità del sostegno al governo di coalizione guidato da Enrico Letta. Non certo nel sostegno a quello guidato dal segretario del Pd. Era evidente fin dall’inizio che non potendo creare una dialettica con il partito di maggioranza relativa, poiché il segretario allora appena legittimato dalle primarie coincideva con il capo dell’esecutivo, la posizione di Ncd avrebbe finito per confondersi e identificarsi proprio con quella del Pd. Già allora è finita una fase, per dirla con Quagliariello. Oggi, con un DEF che prevede una pressione fiscale pressoché invariata dal 43,5% di quest’anno al 44% del 2018 (stessa cosa vale nel medesimo periodo per la spesa corrente: dal 50,5 al 47,8% in rapporto al Pil), occorre chiedersi se non sia meglio impegnarsi per costruire una sana alternativa politica a Renzi. E’ misurandosi proprio con i contenuti dell’azione di governo che sorge la questione. Come del resto avviene in tutte le democrazie. Dove non c’è un partito della nazione, ma una pluralità di soggetti credibili impegnati in una sana competizione con proposte di ricette differenti. Al contrario, in Italia, oggi c’è un partito della nazione nei fatti, con una Forza Italia sempre più ectoplasma e una estremizzazione delle opposizioni che porta il Paese a convogliare il consenso moderato su uno solo: Renzi. E questo stato di fatto è, secondo me, più drammatico di una riforma pasticciata della Costituzione, che non scioglie la questione della forma di governo dello Stato italiano.
Matteo Forte