CRISTIANI PERSEGUITATI/Mauro: Liberare Asia Bibi ingiustamente condannata a morte in Pakistan

conf stampa asia bibi“Libertà religiosa vuol dire garanzia della coesistenza civile. Senza libertà religiosa non c’è garanzia di convivenza e non ci sono neanche tutte le altre libertà. Per questo la storia di Asia Bibi è così emblematica, non solo del dramma del popolo pakistano, non solo del dramma della sua famiglia”. Lo ha detto Mario Mauro intervenendo alla conferenza stampa ‘Libertà per Asia Bibi’ organizzata dai Popolari per l’Italia alla Camera per sostenere la liberazione della donna cristiana condannata a morte in Pakistan per blasfemia. Iniziativa alla quale hanno partecipato anche il marito e la figlia di Asia, Ashiq Masih e Eisham Ashiq.

“Per i Popolari per l’Italia la libertà religiosa è un fattore qualificante della nostra stessa azione politica. Non facciamo una battaglia per la nostra parrocchia – ha detto  Mauro  – perché fare una battaglia per la libertà dei cristiani, per il riconoscimento dei valori in cui credono e per la difesa delle loro vite e di condizioni di esistenza accettabili, vuol dire fare una battaglia per tutti. Perché senza la possibilità di un riconoscimento del fatto che la persona è il centro intorno al quale si costruisce la convivenza umana, c’è spazio solo per il conflitto e la barbarie”.

“E proprio per contrastare la barbarie e per prevenire il conflitto, per dare forza alle nostre azioni, in questa giornata vogliamo far sentire la nostra voce affianco a quella dei parenti di Asia Bibi e di tutti coloro che hanno sposato questa causa. Ricordando che il reato di blasfemia, contestato in Pakistan alla donna in carcere, si regge su un pregiudizio. Ovvero il sostenere che Dio si sia schierato da una parte per dimostrare che gli altri hanno torto. Invece è vero il contrario – ha concluso Mauro – cioè che la fede è una finestra spalancata sulla realtà ed è solo in questa accezione della fede che si può riscoprire la bellezza e la verità del dialogo, per costruire un mondo migliore”.

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