Dellai (PI): dare casa a chi non è socialista e non va a destra
“L’adesione del Pd al Partito Socialista Europeo e’ la conclusione inesorabile di un percorso che era chiaro a tutti fin dall’inizio. Dove avrebbe dovuto collocarsi un partito che costituisce – pur con i rilevanti cambiamenti degli ultimi anni – la continuità politica della più grande organizzazione della sinistra italiana? Le domande, per me, sono altre due. Primo: perché non si è voluto mantenere e sviluppare l’esperienza della Margherita, che avrebbe potuto dare voce alle culture cattolico democratiche e liberali in alleanza con la sinistra, ove utile al Paese, ma senza esserne assorbite? Secondo: che spazio e che strumenti politici può avere chi non si sente di destra (ritenendo tra l’altro che il sedimentato del berlusconismo sopravviverà a lungo allo stesso Berlusconi) e non si sente però neppure socialista (pur apprezzando e rispettando questa nobile tradizione politica, ma non percependola come propria)?”. Lo dichiara in una nota il capogruppo dei Popolari Per l’Italia, Lorenzo Dellai.
“Oltre a una legge elettorale che punta a far diventare ‘grandi’ i due partiti ’medi’ attraverso regole che uccidono la concorrenza e non attraverso i voti, vogliamo forse farne un’altra – prosegue Dellai – per contingentare le culture politiche, obbligando gli italiani ad essere o socialisti o di destra? A me pare che questi interrogativi rendano molto interessante e di grande attualità il sofferto percorso in atto nell’area popolare. Un’area che magari conta ora molto poco nei Palazzi romani, ma esprime una cultura e una tradizione sociale tutt’altro che spente nel Paese. Perciò mi sento di dire: apriamo un dialogo a tutto tondo, a prescindere dalle attuali appartenenze partitiche o di movimento, avendo sott’occhio sopratutto ciò che sta fuori dagli equilibri parlamentari, per dare casa a chi non è socialista e neppure di destra”.