Di Maggio: Salvini ha ragione, con lui ci confronteremo
POLITICA – Intervista di Claudio Pavoni – Tito Di Maggio è il braccio destro di Mario Mauro e uno dei senatori che ha seguito l’ex ministro della Difesa nel nuovo raggruppamento Gal-Popolari per l’Italia.
Nell’area di centro con voi si è determinata un’altra divisione, quali sono le ragioni che vi hanno indotto a questa scelta?
«Prima di tutto cominciamo a sgomberare il campo dalla fiera degli equivoci. Ci tengo infatti a chiarire che non ci siamo divisi. Siamo stati noi ‘Popolari per L’Italia’ che abbiamo chiesto al ‘Gal’di costituire un unico gruppo», risponde al Diario del Web, Tito di Maggio.
E le ragione della scelta?
«Eravamo diventati ormai incompatibili con la politica di Casini e dei suoi. Incompatibili con il loro modo di fare politica».
Perché?
«Semplicemente perchè con loro ormai vige il ritornello della ragion di stato. E’ impossibile dissentire o fare politica. L’unica cosa che ci era consentita di fare era di seguire il loro esempio, cioè essere asserviti in tutto e per tutto a Matteo Renzi».
Non è abbastanza fisiologico nel gioco dei rapporti di forza?
«Ma qui non stiamo parlando di rapporti di forza, ma di asservimento. Di prendere sempre e comunque ordini dal Pd. Allora tanto valeva che mi fossi iscritto al Pd», spiega Di Maggio.
A parte l’incompatibilità con Casini, quale è l’obiettivo politico che vi siete prefissi unendovi al Gal?
«Ricostruire il centro destra», afferma.
Ma anche Alfano e l’Udc procedono per questa strada.
«Questo è falso. L’Udc è unicamente al servizio di Renzi e con Alfano il progetto non è di rimettere in piedi il centro destra, bensì di costituire l’ala destra del Partito Democratico. Ormai è chiaro che stanno lavorando unicamente per aumentare la forza competitiva di Renzi».
Ma nell’Udc e nell’ Ncd sono tutti d’accordo su questa linea?
«Tutt’altro. Difficilmente i gruppo gli andranno dietro. Veramente dovrei dire il gruppo, perchè l’Udc praticamente non esiste più, salvo qualche parlamentare che ha una sua riconoscibilità sul territorio».
Quello che vi divide da Alfano è il rapporto con Matteo Salvini. Quale è il vostro attegiamento nei confronti di questa nuova Lega?
«Ha ragione Salvini quando dice che gli attacchi di Alfano giocano a tutto suo favore. Io, al contrario, con Salvini mi voglio confrontare. Il leader della Lega, dal momento che ha abbandonato il progetto secessionista si sta imponendo come una forza con la quale è giusto dialogare. Anche perchè sta facendo una politica dei territori in contrapposizione alla visione centralista di Matteo Renzi», conclude Di Maggio.