Il risveglio della politica
La storia dei cristiani impegnati nella politica italiana è costellata di successi e fallimenti, aspettative e tradimenti, ma come l’intero universo cattolico una parola contiene tutti questi decenni: divisi. Se guardiamo indietro nella storia non eravamo molto diversi. Divisi. Fino a quando non venivamo scossi. “o capiamo o moriamo!!!” con queste parole il direttore Adinolfi scuote la platea gremita del primo congresso dei Popolari per l’Italia. Mario Adinolfi è invitato come ospite per dare un analisi politicamente scorretta di ciò che è avvenuto a Parigi e che avviene in tutto il mondo. E il direttore non ha smentito le attese denunciando, come Francesco, che siamo in guerra e il nostro nemico ha uno stato e un nome! Il nulla illuminista dell’occidente non potrà sconfiggere il nostro nemico che attira i giovani disgustati dalla mediocrità. È allora chi potrà farlo? Chi lo ha fatto in passato? Quando l’umanità fa i capricci e si mette nei guai arrivano poche persone che, come fratelli maggiori, riprendono la guida della storia e accompagnano per mano i loro fratellini capricciosi verso il Padre. Il 20 Giugno in piazza San Giovanni un popolo ha mostrato il suo volto e il suo desiderio di essere ascoltato. Quelle famiglie e quei giovani sono pronti a scrivere la storia, a riprendere l’Italia, l’Europa e il mondo intero per mano e accompagnarlo verso i valori che rendono l’uomo felice e realizzato. I cristiani hanno intenzione, come in passato, di salvare i frutti dell’insegnamento di Cristo nella società e, così facendo, salvare la vita di coloro che li vorrebbero morti! Tutto questo deve averlo capito bene il Sen. Mario Mauro, presidente dei popolari per l’Italia, che chiama a raccolta tutti gli amici che condividono i valori cristiani e che in questi anni hanno combattuto nei palazzi del potere e li esorta ad unirsi sotto questi valori, a mettere da parte i personalismi e le divisioni. Perché non è più tempo di sbagliare. Quel popolo del 20 giugno è sceso in piazza senza che nessun partito e nessun vescovo li abbia chiamati. Quel popolo continuerà a difendersi e, se non rappresentato in parlamento, combatterà fino alla morte: la guerra sarà una realtà là dove nessuno, oggi, se lo aspetterebbe. Tutto ciò che è normale, tutto ciò che siamo abituati a fare è messo a rischio da coloro che vogliono distruggere Dio e da coloro che usano il nome di Dio per conquistare il potere. Anche Silvio Berlusconi, intervenendo telefonicamente, ha rivolto un accorato appello all’unità dei moderati. E la sensazione è proprio che per i cristiani impegnati in politica, questa volta, sarà l’ultima possibilità di unirsi. Perché come recita lo slogan del congresso: “uniti si vince!”. E non penso che sia riferito solo alle elezioni. La politica non sta simpatica a molti, ma le famiglie costrette a combattere nelle scuole contro il gender, coloro che combattono contro l’aborto, i giovani che vengono distrutti dal divorzio dei genitori, coloro che educano cristianamente, coloro che curano il malato e il bisognoso, coloro che ispirano la loro arte alla bellezza del divino, coloro che vivono ogni giorno nella legge di Dio senza giustificare le proprie debolezze, ma combattendole e superandole, coloro vogliono sposarsi giovani e fare tanti figli, coloro che non vogliono passare la domenica al lavoro, coloro che non vogliono essere un numero o un oggetto, tutti coloro che permettono alla nostra civiltà di esistere ancora hanno bisogno che l’Italia e l’Europa tornino cristiane! Ed è solo tornando a fare politica che questo accadrà. Un soggetto politico va delineandosi all’orizzonte, nuove comunità sorgono in ogni parte d’Italia. Che sia la volta buona? Se così fosse i nostri martiri non saranno morti invano.
Marco Di Madero (PPI Imola)