Mario Mauro: per le riforme bisogna diventare il Dudù di Renzi

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(ilVelino/AGV NEWS) Roma, – “Se non ci si concepisce come il Dudu’ di Renzi, difficilmente si puo’ fare questo lavoro”. Mario Mauro affida a queste parole, rivolte a Pier Ferdinando Casini – definito anche “Torquemada” e “piu’ realista del re”, ovvero del premier – il suo commento per la sostituzione in commissione Affari costituzionali, decisa stamattina in una riunione del gruppo dei Popolari per l’Italia. Una “imboscata parlamentare” la definisce l’ex ministro, volta a eliminare la sua “presenza critica” che in commissione lo aveva portato a “mettere in evidenza alcune contraddizione intrinseche nel ddl” di riforma costituzionale del governo. “C’è una manina o manona molto chiara dietro tutto questo, che e’ il primo frutto dell’esito elezioni europee”, sottolinea Mauro, convinto che dopo il successo elettorale il Pd sia “piu’ forte ma isolato e incapace di un dialogo vero”: “Gia’ da stamattina il sottosegretario Delrio aveva reso noto a un senatore quale sarebbe stato l’esito della riunione del gruppo, convocato peraltro in assenza di alcuni membri e senza un ordine del giorno”.

Circostanza, osserva Mauro, che “fonda in me il sospetto che problema non sia il contenuto del ddl ma un delitto di lesa maesta’” nei confronti del premier e del governo, da cui sono venuti “moniti, intimidazioni e minacce”. Quanto alla riunione, “il ruolo di Torquemada lo ha assunto con un ruolo accorato il presidente Casini, che ha chiesto le mie dimissioni anche se avevo detto che per disciplina avrei votato come il gruppo avrebbe richiesto: “Evidentemente qualcuno piu’ realista del re si è sottomesso per ottenere l’uniformita’ di opinioni con le volonta’ del presidente del Consiglio”. Per Mauro la sua defenestrazione e’ una “operazione pilotata per danneggiare il progetto dei Popolari per l’Italia”. Ma il senatore assicura di non aver ancora deciso se uscire da PI e dalla maggioranza: “Decidero’ nelle prossime 24 ore consultandomi con gli altri colleghi”.

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