Nasce la componente parlamentare del PpI. Il Gruppo GAL-Popolari per l’Italia
FUTURO EUROPA – Articolo di Giulia Cortese – “Vogliamo una ricomposizione generale del centro-destra, senza sottostare alle leggi-diktat del Partito Democratico”. Così, il Sen. Mario Mauro (Presidente dei Popolari per l’Italia), annunciando la sua adesione – insieme ai senatori Tito Di Maggio e Angela D’Onghia, Sottosegretario alla Pubblica Istruzione – al gruppo Grandi Autonomie e Libertà durante la conferenza stampa oggi a Palazzo Madama. Si tratta di una confluenza, tanto che il gruppo prenderà la denominazione GAL-Popolari per l’Italia.
Per chi dovesse accusarli di aver cambiato casacca, è pronta l’etichetta di “giornalisti che praticano il meretricio della penna”, ha precisato il Senatore del PpI Tito Di Maggio, aggiungendo che “non saremo soli, altri compagni di strada ci raggiungeranno”.
Per i Popolari per l’Italia, il problema è dato dai “comportamenti incoerenti del Governo che di fronte all’emergenza economica e sociale del presente, rimane focalizzato più che altro sulle riforme elettorali e costituzionali”.
“Il centrodestra di oggi appare molto frammentato e la decadenza da Senatore di Silvio Berlusconi – continua Mario Mauro – ne ha reso molto complicato il rassemblement. Il ripensamento di un contenitore di ispirazione popolare non può essere sottoposto a veti incrociati. Noi dobbiamo essere l’alternativa ai Socialisti europei”. Ricordiamo che i Popolari per l’Italia sono entrati a pieno titolo nel PPE, il Partito Popolare Europeo.
Alla domanda di un giornalista sull’eventualità di far mancare il proprio sostegno al governo Renzi, il Presidente dei Popolari per l’Italia Mauro precisa: “Noi entriamo nel merito della fiducia a seconda degli argomenti trattati. Alcuni di questi per il momento non sono chiari e/o non sono ancora stati scritti. Per noi il Jobs Act resta ancora un’incognita. Ad ogni modo, non accettiamo il fatto che questo cosiddetto ‘governo di coalizione’ si stia rivelando più che altro un governo di dittatura renziana. La nostra visione dell’economia è incompatibile con quella del Partito Democratico e comunque dobbiamo ricordarci che un domani, noi Popolari e il Pd di Renzi saremo competitori sul fronte elettorale”.
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