PPE: bene intervento UE su Google

Manfred-Weber-PPEFuturo Europa – contributo di Francesco Vinci – Due procedure formali sono state inviate dalla Commissione Europea ai danni di Google, con l’accusa di abuso di posizione dominante e frode riguardo al mercato della pubblicità e della ricerca online. Ad annunciarlo è stata Margrethe Vestager, commissario europeo alla concorrenza dell’UE.

In particolare, le indagini ricadono su Google Shopping, la piattaforma online che permette il confronto dei prezzi di centinaia di prodotti. Un’altra istanza è stata aperta riguardo alla politica attuata da Google sul proprio sistema operativo Android, sospettato come un mezzo per guadagnare fette di mercato su circuiti adiacenti, come quelli dello sviluppo di applicazioni per smartphone.

Si calcola che la Commissione abbia indirizzato al colosso di Mountain View una possibile maxi-multa di circa 6 miliardi di dollari, se il sospetto di posizione dominante venisse confermato. Google ha circa dieci settimane di tempo per rispondere alle accuse, avendo facoltà di convocare un’udienza formale. Su Twitter ha già risposto con due comunicati stampa, affermando che le accuse di danneggiamento, per i consumatori e i competitor, sono prive di fondamento. Ma l’attacco dell’UE nei confronti di Google ha degli illustri precedenti: più di venti aziende statunitensi ed europee, come TripAdvisor, Microsoft ed Expedia, ne avevano denunciato la condotta in aree come il mapping geografico e i servizi di viaggio.

Il Partito Popolare Europeo ha accolto con favore la ridefinizione delle procedure di controllo sul motore di ricerca. Manfred Weber, presidente del PPE al Parlamento europeo, ne ribadisce la posizione: «Google gode di una reale posizione dominante sul mercato, per cui supportiamo le indagini della Commissione sulla sua condotta commerciale. L’Europa deve inoltre mostrare la propria forza nei confronti degli enormi gruppi di mercato statunitensi. È nell’interesse della competitività e dei consumatori, internet non è il selvaggio west».

La decisione della Commissione europea sembra segnare un cambio di passo a Bruxelles. Margrethe Vestager sembra aver proclamato un atteggiamento più fermo e deciso rispetto al passato, quando alcune indagini antitrust non erano riuscite a raggiungere un accordo con la compagnia statunitense.

Andreas Schwab, portavoce del gruppo PPE per il mercato interno e la protezione dei consumatori, aggiunge: «Un chiaro segnale che l’UE vuole difendere i principi dell’economia sociale di mercato. In riferimento al Mercato Unico Digitale, la Commissione dovrà fornire ulteriori proposte legislative per consentire all’Europa di diventare una sede appetibile per la creazione di servizi digitali».

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