Ricostruire il centrodestra con una nuova leadership

22203014079_0ebb5664ff_zTra i temi al centro del dibattito del congresso del Partito Popolare Europeo, in corso nei giorni scorsi a Madrid, troviamo la gestione del fenomeno dell’immigrazione e la valorizzazione dell’identità culturale del movimento politico e dell’Europa stessa. Non a caso nella capitale spagnola è stato discusso il documento di risoluzione ‘proteggere l’Unione e promuovere i nostri valori’. Ho avuto modo di parlarne con il senatore Mario Mauro, Presidente dei Popolari per l’Italia, il quale ha preso parte ai lavori essendo una delle voci più autorevoli e influenti all’interno della casa europea dei popolari. ‘Il congresso del PPE affronta due livelli di sfida enorme: il primo è quello relativo ai contenuti e a capire se la ricetta proposta dai popolari può ridare una prospettiva di sicurezza e di benessere all’Europa. Questa discussione ha visto il nostro contributo sia nella stesura del documento che accompagna il congresso, sia nella messa a fuoco di quelle che sono le questioni principali, come l’immigrazione, la sicurezza, la difesa, il terrorismo internazionale e la crescita economica’. Quindi il PPE si ritrova a Madrid per chiedersi se il lavoro prodotto dopo le ultime elezioni europee sta dando frutti e se la proposta popolare attecchisce nei paesi o trova nuove resistenze. Sicuramente il dibattito e il confronto tra popolari e populisti ritorna, come sempre, al centro. ‘Su questi temi infatti si evidenzia il secondo problema, ovvero il rapporto con i partiti populisti. Constatato il fatto che sul versante del socialismo europeo c’è ormai un consolidato fallimento di tutte le ricette proposte da quella parte. Nel caso di confronto con i partiti populisti troviamo, pur con contenuti diversi, spesso gli stessi  elettori: da qui la necessità di dove produrre soluzioni che siano capaci di vincere questa sfida’. Per vincere la sfida del populismo quindi i popolari cercano di proporsi andando a verificare i tentativi migliori sperimentati nei singoli paesi. In tal senso Mauro specifica che ‘il PPE sul piano europeo ha messo in campo diversi approcci : il primo è quello di Orban, cioè l’approccio di chi ritiene che il populismo vada sfidato sul suo terreno assumendo posizioni forti non necessariamente moderate all’interno del quale è possibile ritrovare un filo rosso radicato nei valori popolari europei, un altro modello sperimentato è quello spagnolo che è stato capace di ottimi risultati economici e si apre alle elezioni che avranno luogo tra 40 giorni e da ultimo il modello Merkel che si fonda su un modello di cogestione con i socialdemocratici europei e che comincia a mostrare la corda su argomenti delicati come l’immigrazione. Noi Popolari per l’Italia dovendo testimoniare qual’è la strada che sarebbe più utile prendere in Italia riteniamo che sia necessario realizzare un modello che va oltre la ricomposizione del campo popolare e tende a formare un centro-destra che sia anche diverso da quello che tradizionalmente ha vinto le elezioni: per la semplice ragioni che a questo siamo costretti per l’applicazione della legge elettorale; cioè con l’Italicum il Pd costituisce un polo, Grillo ne costituisce un altro, perché il centrodestra abbia chanche deve andare oltre quello che è tradizionalmente stato e quello che è nella visione parlamentare e popolare’. Si evince molto bene che per l’Italia i popolari, divisi in tante casacche più o meno piccole, debbano prendere come rifermento l’esperienza positività di Brugnaro a Venezia. Se fino ad ora ci siamo concentrati su quale corpo dare alla proposta popolare in Europa ed in Italia, ora passiamo ai contenuti. In Italia sicuramente il dibattito sulle unioni civili sta ridisegnando i confini dello scacchiere politico. Il sen. Mauro a questo punto non si esime dal dire la sua: ‘ll tema delle unioni civili non è un tema di competenza europea ma dei singoli Stati nazionali. Questo ci fa tornare al dibattito sul ddl Cirinnà: ci vogliono prendere in giro. Ci dicono tutti i giorni che queste formazioni speciali non sono l’equivalente di un matrimonio ma è chiaro che nel momento in cui verranno riconosciute porteranno con se tutte le aspettative e tutti i cosiddetti diritti, che vanno dalla reversibilità fino alle adozioni, semplicemente perché questa è la struttura della giurisprudenza comunitaria. Cioè ogni paese è libero di avere o non avere le unioni civili, ma quando le hai non puoi fare discriminazioni tra queste e i matrimoni. Il problema è a monte e non è come dice Ncd che il ddl Cirinnà contenga o meno le adozioni: il problema è se c’è o meno la Cirinnà. Se c’è la Cirinnà la partita è già persa’. Chiarissimo. La battaglia poggia su questo: definire i contorni dell’azione politica e promuoverli nei territori. Si comprende dalle parole del senatore quindi che il confronto sulle unioni civili dirà molto della capacità di intercettare domande e appelli dei cittadini da parte dei movimenti che si ispirano al PPE. Occorre quindi trovare modi e forme per unirsi in un fronte compatto capace di chiedere il ritiro della proposta di legge o di svuotarne, tramite emendamenti con voto segreto, i punti cardine. Togliendo così l’opportunità dei proponenti di portare avanti il testo. Rispetto a questo e all’opportunità di costruire l’agenda popolare in Italia partendo dai temi che più stanno a cuore alle persone che guardano con interesse ai movimenti aderenti al PPE Mauro chiarisce qual’è stata l’aria che ha respirato a Madrid: ‘si parlava solo delle dichiarazioni della Lorenzin o di Cicchitto. Purtroppo non si è parlato dell’opportunità o meno che un partito di centrodestra fosse alleato con un partito di centrosinistra, ma dell’esigenza di sciogliere un partito di centrodestra in un partito di centrosinistra. Quindi facendo venire meno la tradizionale appartenenza alla famiglia popolare europea: credo che su questo sia Alfano che debba dare spiegazioni sufficienti. Ovviamente per quello che riguarda i Popolari per l’Italia siamo convinti che la ricostruzione del campo popolare si possa fare stando a destra e non stando a sinistra’. Si parla di ricostruzione, a chi l’onere? Siete pronti a passare il testimone a una giovane generazione di politici come più volte hanno invocato ad alta voce sia Papa Francesco che Benedetto XVI? ‘Io penso una cosa molto semplice: occorre costruire una nuova leadership. Pur essendo presenti leadership certe come quella esperta di Berlusconi e arrembante di Salvini, occorre una leadership che sia capace di mediare tra tutti gli attori dello scenario politico italiano. Credo che sia arrivato il momento per le nuove generazioni di cui da tempo parliamo di farsi avanti perché l’esperienza mi ha insegnato che il potere non lo regala nessuno e soprattutto è un dovere, se si hanno idee e contenuti da proporre, farsi avanti e metterle a disposizione della nazione’. Così il senatore Mauro chiarisce anche il punto sulla rigenerazione del personale politico nel campo popolare. Il paese merita una proposta alternativa a Renzi capace di parlare di famiglia naturale e non di unioni civili, di sostegno economico alle famiglie numerose e non di quota gender, di assistenza agli anziani e ai disabili e non di eutanasia. Tutto questo non per andare a cercare consensi fini a se stessi o posti all’equatore, ma per dare una democrazia veramente compiuta al paese.

Mirko De Carli

Author: admin

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