Conferenza dell’Agenzia Europea Difesa a Bruxelles – Sottosegretario Difesa, On. Domenico Rossi

687340EDA Annual Conference Bruxelles, 27 marzo 2014
La Conferenza annuale dell’Agenzia di Difesa Europea, quest’anno, si svolge in un momento di rinnovata apprensione per la sicurezza internazionale, per la sicurezza del nostro Continente. “European Defence matters”. “La difesa europea conta” è, tradizionalmente, il titolo di queste conferenze annuali. Quest’anno, però, sentiamo davvero la necessità di tornare a chiederci quale sia il reale significato di questa affermazione. Nel corso degli ultimi due anni, prima la Turchia, poi la Polonia hanno giustamente richiesto un’esplicita solidarietà degli alleati, percependocon chiarezza dei concreti rischi alla propria sicurezza, rischi generati da una crisi con un’aperta connotazione militare ai loro confini. In queste due circostanze, la Comunità euro-atlantica ha saputo reagire mettendo in campo capacità operative ad alto contenuto tecnologico, ovvero sistemi di difesa aerea e anti-missile, nonché sistemi di sorveglianza aerea, capaci di fare la differenza, cioè di esercitare una ragionevole dissuasione verso l’allargamento di un conflitto al territorio di Paesi alleati. L’aver deciso di dedicare formalmente un Consiglio europeo a questi temi è stato certamente un segnale importante. E, in effetti, il Consiglio dello scorso dicembre ci ha permesso di compiere alcuni piccoli passi in avanti. Probabilmente non c’è unanimità nel definire il Consiglio come un momento di successo, oppure di insuccesso.  Abbiamo idee diverse al riguardo, in Europa, ma soprattutto, io temo, abbiamo idee confuse. Da troppo tempo, infatti, abbiamo rinunciato a parlare delle effettive responsabilità della politica in tema di avanzamento della Politica di Sicurezza e Difesa Comune, spostando l’attenzione sulle scelte tecniche, sugli accordi settoriali, su questioni che sono certamente importanti, ma non tali da cambiare decisamente il quadro generale. Ora, considerato quanto profondamente stia cambiando il panorama strategico attorno a noi, e considerata la rapidità di tale cambiamento, penso che non si possa più indugiare. Ritengo che si debba procedere, con coraggio, affrontando apertamente le questioni che bloccano il percorso verso una Politica di Sicurezza e Difesa Comune.

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