DDL CIRINNÀ/De Carli: la politica sempre più ridicola, utilizzare i calderai del senato per fare pressing politico

imageIeri al Senato c’e stato l’ennesimo tentativo di tirare per la giacchetta le istituzioni pubbliche al fine di appianare faide interne al partito di maggioranza relativa, ovvero il partito democratico. Dopo la sentenza della Corte di Strasburgo che sanziona il nostro paese per non aver adeguato la normativa delle coppie omosessuali, consentendo loro la possibilità di procedere in regolari unioni civili, ieri la conferenza dei capigruppo dei palazzo Madama ha dato il via libera alla calendarizzazione dei lavori d’aula fino al 7 agosto inserendo anche il dibatto sul ddl 14, ovvero quello presentato da Monica Cirinnà sulle unioni civili. Un calendario deliberato con il voto favorevoli di Partito Democratico, Movimento 5 stelle ed Area Popolare. L’inserimento del ddl Cirinnà è previsto a condizione, però, che sia stato deliberato prima in commissione. Ed ecco qui l’aberrazione giuridica e la provocazione politica: inserire un provvedimento tra i lavori calendarizzati con una condizione praticamente impossibile da esperire? Follia pura. Sopratutto di chi ha votato a favore di una simile aberrazione. Ora vi spiego perché: la proposta di legge sulle unioni civili è ferma da tempo alla commissione giustizia al Senato in attesa della messa in discussione e votazione dei circa 4.000 emendamenti presentati da tutte le forze politiche dell’arco parlamentare. Inoltre il provvedimento, prima di essere discusso nella commissione di competenza, deve trovare le coperture finanziarie richieste dalla Corte dei conti attraverso una delibera favorevole della commissione bilancio. Però, per procedere a tale dibattito, occorre che il Ministero dell’Economia presenti un documento in cui indica come coprire finanziariamente nel bilancio dello stato tale riforma. Ad ora il governo, tramite il Mef, non ha ancora presentato nulla. Secondo voi sarà mai possibile effettuare tutti questi passaggi entro fine luglio (cioè entro qualche giorno) e passare immediatamente al voto d’aula? Praticamente impossibile. Si capisce quindi molto bene che questa strategia nasce dalle dichiarazioni di Renzi all’Expo durante l’assemblea nazionale del Pd dove ha detto di voler far votare le unioni civili entro l’anno. Serve anche per dare un contentino alle associazioni lgbt dicendo che le stanno provando tutte per approvare il provvedimento e che, se non è possibile, è colpa dell’ostruzionismo dell’opposizione. E qui veniamo ad altre dolenti note: Schifani, dopo aver dato il proprio assenso al calendario dei lavori al Senato, si è trovato Giovanardicontrariato per la scelta, definendo l’azione del Pd come una mera ‘provocazione politica’. Continuano quindi le frizioni all’interno del partito di Alfano tra chi vuole e cerca una mediazione e chiinvece porta avanti la battaglia del non accettare nessun ‘compromesso sbagliato’ come richiesto dal popolo di piazza San Giovanni. Ora occorre fare pressing affinché il governo non presenti le coperture finanziarie, adducendo il fatto ad un grande verità: ci sono altre priorità nel paese, utilizziamo quindi i pochi soldi nelle casse dello stato per aiutare le famiglie italiane in crisi. Oltre a questo è necessario che i parlamentari più attivi sul fronte degli emendamenti, Giovanardi e Mauro in primis, allunghino il più possibile i tempi di discussione in commissione giustizia. Occorre coraggio e schiena dritta: accettare ricatti belli e buoni (anche se potenzialmente poco produttivi) come oggi alla capigruppo del Senato non serve a nessuno ed è come scherzare col fuoco. Uomo avvisato mezzo salvato.

Mirko De Carli

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