Ddl Cirinnà/De Carli: nessun compromesso
Doveva esserci un incontro riservato tra il capogruppo del Partito Democratico e quello del Nuovo Centro Destra con lo scopo di provare ad intavolare una mediazione sulle unioni civili ma non c’è stato: motivo dell’annullamento dovuto alle forti frizioni interne al partito di Alfano che si sta lacerando tra chi vuole bloccare ogni discussione sul ddl Cirinnà e chi lavora per un compromesso in salsa ddl scuola. Area Popolare sta cercando di evitare di portare a compimento l’iter di approvazione del ddl ben sapendo che l’ennesima sconfitta sul fronte delle battaglie pro-lifepotrebbe allontanare dal movimento politico tanti possibili voti. Il tutto si gioca su un punto: bloccare il Cirinnà per sostituirlo con una normativa più digeribile (come ad esempio propone l’On. Gigli Presidente del Movimento per la vita rilanciano la proposta di legge avanzata dal Sen. Lucio Romano) o cercare di emendare il ddl tentando di limitare i danni (provando quindi a togliere gli articoli riguardanti le adozioni e la reversibilità). Non essendo iniziativa governativa dalle parti di Renzi si vocifera che si potrebbe anche accettare un’approvazione con una maggioranza al Senato diversa da quella che sostiene l’esecutivo. Ipotesi che fino ad ora non trova ‘alzate di spade’ da parte dei centristi. Quindi possiamo dire, come abbiamo anticipato nei giorni scorsi, che la soluzione più conveniente a tutti ad oggi sia lo slittamento del provvedimento in autunno. Anche per un’altra ragione: la commissione bilancio del Senato chiede una relazione tecnica sugli effetti che la nuova legge produrrebbe sulle pensioni di reversibilità. E la Camera alta, con solo quattro settimane ancora di lavoro prima della pausa estiva, deve decidere a cosa dare priorità dei provvedimenti che potrebbero passare al vaglio d’aula. Oltre al Cirinnà ci sono in discussione la riforma della Rai e la riforma costituzionale. Ricordiamo tra le altre cose che ad oggi è solo iniziata la discussione sulla premessa: devono quindi essere esaminati tutti gli articoli successivi che risultano estremamente complessi visto il rimando al delicato diritto della famiglia. Un altro elemento che rafforza l’ipotesi di uno slittamento a settembre riguarda il parere dell’avvocatura dello stato a sostegno della circolare del ministro Alfano contro la trascrizione dei matrimoni gay contratti all’estero (bocciata quindi la sentenza del Tar del Lazio): qualora ‘fosse consentita l’introduzione surrettizia di una tipologia di matrimonio al momento non prevista dall’ordinamento, con grave nocumento alla certezza del diritto e delle posizioni giuridiche soggettive’ dichiara l’Avvocatura stessa. Parole chiare che aprono la discussione anche sul fronte dell’impatto economico disastroso che avrebbero le unioni civili made in Cirinnà su istituti fondanti lo stato con la pensione di reversibilità. In questo senso il tempo che verrebbe concesso dallo slittamento sul voto un commissione offrirebbe un’opportunità storica: mentre Scalfarotto continua con lo sciopero del cappuccino e con gli inviti ai suoi ad emulare l’impegno di Giovanardi si potrebbe predisporre la campagna referendaria sulla ‘buona scuola’ (con particolare riferimento all’art.16 che prevede l’introduzione della teoria della gender nelle scuole italiane) e, partendo da questo, costruire un fronte sempre più largo di senatori pronti a bloccare il ddl Cirinnà in commissione. I numeri ci dicono che dobbiamo vincere la partita in commissione giustizia altrimenti in aula i numeri potrebbero essere decisamente a nostro sfavore. Lanciando queste due azioni congiunte si potrebbero svelare le ambiguità di taluni e rafforzare l’impegno profuso da quei parlamentari (come Giovanardi e Mauro) che hanno prodotto migliaia di emendamenti. Ora occorre definire una strategia d’attacco chiara e forte: dove la parola compromesso non è ammessa. Ora dobbiamo giocare la partita per vincerla, consapevoli che ne va del destino dei più piccoli e del nostro amato paese.
Mirko De Carli