Divieto di preghiera pubblica a Bologna
Equiparare un raduno silenzioso di preghiera ad una qualsiasi manifestazione politica magari incline al becero, pare essere l’ultima trovata del PD bolognese che usando aggettivi come “provocatorio” e “inquietante”, mostra di voler tornare a quella stagione muscolare cara al partito suo antenato
Non lasciano dubbi, infatti, le dichiarazioni con cui il Segretario Provinciale Francesco Critelli (“…una manifestazione provocatoria che offende i cittadini,,,”) e la Coordinatrice Donne Federica Mazzoni (“espressioni di intolleranza”) hanno bollato l’iniziativa nazionale di preghiera antiabortista programmata per il 13 corrente e che a Bologna si dovrebbe tenere davanti all’Ospedale Maggiore.
Parole, per di più, che non si limitano a estemporanee dichiarazioni, ma che si strutturano in un esposto scritto indirizzato al Prefetto Sodano affinchè prenda al riguardo provvedimenti di divieto, appunto equiparando la compostezza di una preghiera collettiva a manifestazioni quali quelle della Lega davanti ai campi Rom.
Peraltro uno strano abbinamento quello Ospedale Maggiore – campi Rom; che pare indirettamente dar fiato a chi sostiene che al Maggiore i Rom sono di casa anche di notte.
Favorevole all’iniziativa del PD si dichiara il Sindaco Merola, che almeno in questa circostanza pare aver ritrovato la sintonia col ‘partito. Anzi talmente favorevole che ha già dato per firmato un decreto prefettizio che in realtà è ancora in fase di valutazione: “ve n’è l’intenzione”, recita la smentita alle parole del Sindaco..
Dal che sembrerebbe ritornato il sereno anche nei rapporti fra Sindaco e Prefetto, dopo i recenti contrasti sorti in occasione della istituzione, da parte di Merola, del registro per il matrimoni omosessuali contratti all’estero , subito cassato da Sodano.
Come si vede basta una preghiera per ritrovare la concordia.
La cosa però è meno semplice di quello che sembra. Verrebbe infatti da dire che la preghiera in Italia non è (ancora) limitata ai luoghi chiusi e deputati, vale a dire le chiese. Per cui proibire di convenire in preghiera in un luogo pubblico assume il carattere di incostituzionalità.
E qualora il decreto diventasse operativo, cosa accadrebbe se, poniamo il caso, un anno si dedicasse la tradizionale processione per la madonna di San Luca a pregare affinchè cessino gli aborti (che è un moda altro per esprimere contrarietà all’aborto)?
E posto che ogni anno in occasione della solennità dei defunti qualche sacerdote con un’accolita di fedeli si raduna a pregare in Certosa per i bambini mai nati, come andrebbe classificata tale iniziativa in termini di ordine pubblico: adunata sediziosa?
Strano, peraltro, che a Bologna, una delle città più permissive, per non dire più lassiste d’Italia, dove i movimenti LGBT e i Centri Sociali fanno di tutto e di più, dove i punkabbestia di tutto il paese convengono per orinare intorno al Teatro Comunale, dove gruppuscoli anarchici di studenti imbrattano prestigiose e storiche sedi universitarie, in questa città che ha il record assoluto dei metri quadri di muri imbrattati da graffiti e scritte di ogni tipo, solo una convocazione di preghiera viene vista come turbativa dell’ordine pubblico e offensiva per i cittadini.
Tutto ciò constatato, viene spontaneo chiedersi quale ruolo abbiano i cattolici nel PD bolognese.
Dobbiamo infatti ritenere che essendo il PD partito per antonomasia democratico, vi sia stata un ampia e partecipata discussione prima di addivenire alle dichiarazione ufficiali di cui si è riferito. Ma se questo è il risultato, e formalizzato con parole tanto arroganti, pare potersi dire che i cattolici, nel PD, quantomeno a Bologna, contano pressoché zero. O diversamente dobbiamo concludere che l’iniziativa è “di vertice” , col che qualche dubbio sulla democraticità del PD è legittimo.
Un episodio, una volta ancora, che dimostra come il PD non sia la casa più idonea per i cattolici.
Un ultimo pensiero, poi, va alla Chiesa bolognese che, dopo aver ufficialmente dato notizia dell’appuntamento per le “nove ore di preghiera” contro l’aborto, non ha rilasciato alcun commento circa il minacciato decreto.
Comprendiamo la prudenza riguardo a un atto non ancora formalizzato. Vogliamo tuttavia augurarci che, qualora esso divenisse operativo, la preghiera contro l’aborto abbia comunque luogo convocando i fedeli ad una solenne veglia in tutte le chiese della Diocesi.
Sergio Angeli