Dopo il Vescovo di Ferrara, anche i Vescovi di Piacenza e di Verona raccolgono il nostro appello

la-croceLa Croce – contributo di Mirko De Carli – Una delle espressioni che sentiamo spesso ripetere quando si arriva al varo di una riforma o al voto di un provvedimento decisivo è la seguente: ‘siamo alla settimana decisiva’. Sicuramente per noi, dopo il lancio dell’appello ai Vescovi, queste settimane che ci avvicinano al 18 maggio (giorno in cui si apriranno i lavori dell’assemblea generale della Conferenza episcopale italiana) sono assolutamente decisive: ci vedono , per questa ragione,estremamente impegnati nell’incontrare i Vescovi italiani. Stiamo andando in udienza da Loro per portargli il messaggio forte e chiaro che abbiamo scritto nell’appello riguardante le leggi ‘vergogna’ che il parlamento italiano si appresta a votare nei prossimi mesi. Una delle quali, purtroppo, ha già finito il proprio iter parlamentare ed ora è legge dello stato: il divorzio breve. Andiamo quindi a chiedere ai nostri Vescovi di esserci guida autorevole e decisa in questa battaglia che vede una posta in gioco molto alta: la trasformazione delle persone in cose. Per questo più volte abbiamo ripetuto che saremo veramente popolo solo se saremo fino in fondo Chiesa. E questo essere ‘fino in fondo Chiesa’ non può prescindere dall’abbraccio, dal confronto e dal sostegno dei pastori a noi più vicini: i nostri Vescovi. Senza dimenticare lo straordinario apporto che in questi mesi ci hanno dato i tantissimi sacerdoti che con noi si sono presi la responsabilità di portare la ‘giusta battaglia’ in ogni angolo del nostro paese. Dopo aver ‘battezzato’ l’appello durante un bellissimo incontro a Ferrara con Mons. Negri, Vescovo della Diocesi di Ferrara-Comacchio, abbiamo incontrato venerdì 24 aprile 2015 Mons. Ambrosio, Vescovo di Piacenza. Promotori dell’incontro gli amici del Circolo Voglio la mamma di Piacenza. All’incontro ha preso parte anche Don Stefano Segalini, neo parroco della parrocchia di San Giuseppe Operaio a Piacenza, che fin dalla nascita del Circolo si è mostrato attento e solidale alle tematiche essenziali avanzate e proposte dal nostro quotidiano. Mons. Ambrosio, dopo aver ricevuto copia dell’appello, ha commentato positivamente il modo semplice e diretto con cui ci si è voluto rivolgere ai Vescovi italiani, confermando la bontà di un’azione che vede in prima linea i laici. Non possiamo non sentire attuali e profondamente attinenti le parole del Card. Newman in cui intravede un necessario e decisivo protagonismo dei laici cristiani nelle battaglie a difesa dei valori della fede. Mons. Ambrosio si è poi voluto soffermare sul ruolo dei cattolici impegnati in politica, citando l’esempio della mobilitazione avvenuta quando il governo Prodi cerco’ di varare i DICO. Una mobilitazione popolare che vide la Chiesa protagonista nella sua interezza e che riuscì a bloccare provvedimenti che, rispetto al ddl Cirinna’ ad esempio, sono ‘all’acqua di rose’. Non a caso il Vescovo di Piacenza ha tenuto a ribadire che allora c’era una componente cattolica nelle istituzioni legislative pronta a battersi per sostenere la famiglia prevista dall’art.29 della Costituzione italiana e disposta a mettersi all’ascolto di ciò che diceva la Chiesa cattolica. Oggi purtroppo così non è e nonostante le continue prese di posizione del Papa e dei Vescovi, c’è molta indifferenza riguardo a queste tematiche da parte della politica che è soggiogata al pensiero unico dominante. In conclusione Mons. Ambrosio ha confermato l’importanza di un confronto attivo tra coloro che hanno ricevuto l’appello al fine di lavorare tutti nella stessa direzione, sostenendosi vicendevolmente. All’incontro con il Vescovo di Piacenza è seguito ieri quello con il Vescovo di Verona Mons. Zenti. Ad incontrarlo gli amici del Circolo Voglio la mamma di Verona. Davanti alla mobilitazione ribadita con l’appello ha usato un’espressione molto eloquente: ‘io sono con voi’. Con questa frase ha tenuto a confermare l’urgenza, la necessità e la bontà della battaglia, riaffermando la responsabilità dei laici cristiani e non di portare ragioni e buon senso, evitando il muro contro muro. Mons. Zenti ha anche rilanciato come necessario il lavoro educativo nelle scuole (dalla materna in su), per evitare oltremodo una totale statalizzazione del percorso educativo delle generazioni più giovani. In tal senso uno de mali peggiori della società contemporanea è l’indifferenza: il 99% delle persone non si rende conto di quanto sta succedendo e il Vescovo di Verona ha invitato tutti ad incrementare l’opera di sensibilizzazione su queste tematiche così decisive. Dopo aver raccolto l’appello in previsione dell’assemblea generale della CEI ha anche firmato la moratoria contro l’utero in affitto, dando il proprio consenso affinché in tutte le parrocchie della propria diocesi si attivi un’azione di raccolta di diffusa delle firme. Segnali forti e chiari: i nostri Vescovi si confermano uomini ‘liberi e forti’, come osava dire Don Luigi Sturzo, pronti ad accompagnare il mondo cattolico nella fase decisiva della battaglia contro la traduzione in legge dell’ideologia gender.  Occorre quindi continuare quotidianamente nell’azione di informazione ed educazione su quelle che sono le tappe di avvicinamento alla discussione parlamentare (e al successivo voto) di quelle che abbiamo definitivo ‘leggi vergogna’. Una data ve la indichiamo già da giorni: il 7 maggio va in voto in commissione giustizia al Senato il ddl Cirinna’. Solo questa data dovrebbe farvi comprendere l’urgenza del lavoro che stiamo compiendo. Un impegno che non può non vedere, come spesso dice Mons. Negri, ‘laici non laicisti e cristiani non clericali’ in prima linea per la lotta contro l’indifferenza: perché di questo si tratta, indifferenza al destino dell’uomo, al destino buono dell’uomo che non è nelle sue mani ma in quelle di chi ne è stato creatore. Un’indifferenza che porta l’uomo ad odiare Dio, al punto di voler sostituirsi a Lui generando male e dolore. Tornano quindi utile le parole di un uomo della storia della nostra resistenza, un comunista che in carcere scrisse un libro dal titolo ‘Odio gli indifferenti’: ‘l’indifferenza è una vigliaccheria. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia’. Antonio Gramsci era quest’uomo: un uomo che nulla aveva di clericale, ma che aveva ben compreso quanto il potere poteva ‘annebbiare’ le menti attraverso la propria artiglieria pesante: l’indifferenza.

Mirko De Carli

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