GOVERNO/Salatto: A Renzi canteremo “Arriverderci Roma”
“Che il nostro sia il Paese delle contraddizioni è arcinoto dentro e fuori i confini nazionali. Ora, però, stiamo superando noi stessi. Può uno come Renzi, all’indomani delle celebrazioni della ritrovata democrazia, della caduta del fascismo e della liberazione dell’Italia, segretario di un partito che si fregia dell’aggettivo ‘democratico’, presidente di un Governo eletto dal Parlamento, ostinarsi a voler procedere all’approvazione di una legge elettorale, l’Italicum, e di una riforma costituzionale del Senato che nulla hanno a che fare con la democrazia? Il tutto con una opposizione mai così compatta e contraria, con sondaggi che rilevano un dissenso preminente tra i cittadini, con una maggioranza e il Pd divisi sulle scelte del premier? Arroganza e protervia si susseguono ormai quotidianamente nel tentativo di consegnare nelle mani di un solo uomo, lui, tutto il potere immaginabile, trasformando, come ricorda Eugenio Scalfari in un editoriale, ‘la nostra democrazia parlamentare, in una democrazia autoritaria’. Un sogno questo, come la storia insegna, di chi vuole quella forzata autorevolezza che gli manca nel suo Paese e in quel contesto internazionale nel quale finora non ha contato assolutamente nulla. Per non parlare poi del suo atteggiamento sprezzante nei confronti dei corpi intermedi della società, dei sindacati, dei partiti, delle associazioni di categoria eccetera, che costituiscono l’ossatura vera e insostituibile di un sistema democratico. Di fronte a tutto ciò, non sarà certo il ricatto delle elezioni anticipate a scoraggiare i dissidenti. Se ne facciano una ragione anche i partner di questa maggioranza di Governo, non fosse altro per la loro credibilità attuale e futura. All’ex sindaco di Firenze, che con i ragazzi delle scuole medie ha intonato ‘Bella ciao’, promettiamo di cantare, prima o poi, l’altrettanto famosa ‘Arrivederci Roma’”.
Lo dichiara in una nota Potito Salatto, vicepresidente nazionale dei Popolari per l’Italia e membro del bureau del PPE a Bruxelles.