I dolori del giovane Renzi
Simpatico Giuliano Ferrara che oggi suggerisce al premier come fare il Renzi boy scout, invitandolo a istituire la versione italiana del Peace Corps USA. Un grande progetto di mobilitazione della gioventù italiana, da sostenere con l’8 per mille, al fine di gestire nel modo migliore : “ controllo degli arrivi, di accoglienza, di assistenza sanitaria e logistica, di scambio e conoscenza reciproca” con gli immigrati. In sostanza un’alternativa popolare all’attuale gestione del sistema delle cooperative rivelatosi delinquenziale a Roma e dintorni.
Che “ il Bomba” debba inventarsi qualcosa di concreto, dopo le tante sparate a salve di questa prima fase della sua esperienza di governo, è evidente a tutti. Cessata la fase della luna di miele del “nuovo che avanza”, premiato con vasto consenso alle meno vincolanti elezioni europee, al vaglio delle regionali e dei ballottaggi di Maggio, i limiti dell’operazione trasformistica su basi illegittime del renzismo sono emersi nettamente a contatto con i problemi reali più vicini ai bisogni dei cittadini.
Difficile dare sintesi alle vecchie culture di ispirazione comunista e della sinistra di governo DC che furono alla base della composita miscela della Margherita, con un’acritica adesione trasformistica al PSE, puntando su politiche costruite attorno al patto del Nazareno, liberamente interpretato secondo la convenienza, rompendo ora a destra ora a sinistra, confidando in una maggioranza farlocca e illegittima nelle due Camere.
Rotti i ponti con il blocco sociale tradizionale della sinistra e non riuscendo a catturare, sul piano delle risposte concrete, il consenso del terzo stato produttivo, difficile continuare a resistere con l’appoggio esclusivo della casta degli aficionados e di parte non particolarmente consistente e divisa dei “diversamente tutelati”.
Più facile raccogliere i frutti velenosi, a Roma come in Sicilia e in altre parti d’Italia, degli equivoci e criminali rapporti tra componenti della casta e quel “quarto non stato” di cui le vicende di “ Mafia capitale” sono solo la punta dell’iceberg.
Il ragazzo di Rignano sull’Arno ha davanti a sé i drammatici problemi dell’immigrazione incontrollata dei dannati della terra senza sponde d’appoggio in Europa. Passi dai conservatori inglesi e dagli austeri teutonici, ma, men che meno da quei compagni socialisti francesi in totale ropture con la fraternité che fu il carattere distintivo della Francia democratica e repubblicana.
Si aggiunga la precarietà di una condizione sociale, economica e finanziaria dell’Italia espressa dai dati di una disoccupazione giovanile senza precedenti e vittima di una situazione di anomia più volte analizzata, in affannosa attesa di ciò che potrà accadere nei prossimi giorni con la non più improbabile uscita della Grecia dall’area euro.
Difficile che possa contenere le spinte e contrapposizioni interne al suo partito alla ricerca di un’identità e di un riferimento sociale meno effimero e precario di quello in cui l’ha condotto la leadership renziana e, ancor più difficile affrontare e dare risposte ai problemi del Paese in una delle fasi più complesse della sua storia.
Continuiamo a ritenere indispensabile superare la condizione di illegittimità istituzionale in cui è caduta l’Italia dopo gli strappi costituzionali operati da Napolitano dal Novembre 2011 e con le scelte successive dei tre governi di Monti, Letta e dello stesso Renzi.
Al presidente Mattarella rinnoviamo l’appello a por fine a questa situazione di stallo foriera di esiti imprevedibili e pericolosissimi per il nostro Paese.
Ettore Bonalberti