In Emilia Romagna…Uniti si vince
Nella serata di venerdì 8 gennaio 2016 abbiamo promosso, presso la sede regionale dei Popolari per l’Italia a Bologna, il primo incontro tra i rappresentanti delle forze (politiche ed associative) promotrici del Patto di Orvieto (Popolari per l’Italia, Popolari Liberali, Idea, Liberi e Forti, Nuovo Cdu). Insieme al Sen. Carlo Giovanardi ed all’on. Potito Salatto abbiamo incontrato tutta la nostra classe dirigente presente nelle città capoluogo che andranno al voto in primavera. L’occasione è stata decisamente proficua per riscontrare grande interesse rispetto al percorso avviato ad Orvieto, ovvero l’intenzione di riunire diversi soggetti politici tutti accomunati dalla medesima casa politica europea (PPE) e molti soggetti associativi di impegno civile che non si riconoscono nella sinistra e non trovano nei 5 stelle le risposte adeguate alle loro prerogative. Se pensiamo al popolo di piazza San Giovanni del 20 giugno 2015, alle giovani coppie che vogliono ‘mettere su’ famiglia ma trovano uno Stato che non li aiuta, agli agricoltori massacrati ogni giorni da leggi europee che non favoriscono il frutto del loro lavoro e ad un ‘no-profit’ sempre più importante per la stabilità sociale del paese (vedi sfida dell’integrazione) ma sempre più bastonato da un fisco iniquo, vediamo come impellente la necessità di costruire una casa politica autenticamente popolare, ovvero capace di dare rappresentanza autorevole e leale ai loro bisogni e alle loro necessità. Per questo si è scelta la strada di un coordinamento e non di un nuovo partito: per non ingabbiare i tanti che si stanno rianimando alla passione politica ma per offrirgli un percorso capace di rimettere al centro del dibattito politico. la persona con le sue esigenze. Quel personalismo cristiano che ha sempre rappresentato la cultura maggioritaria nel nostro paese. In tal senso si è espressa la volontà di mettere in campo liste civico-popolari in tutte le città al voto sopra i 15.000 abitanti (Bologna, Ravenna, Rimini, Pavullo nel Frignano, Cesenatico, Cattolica, Cento e Finale Emilia) con un espresso riferimento unitario: sarà quindi individuata una fisionomia della lista (sia attraverso il nome della lista che con le diverse candidature) in cui sia riconoscibile il riferimento e la reale adesione al Patto di Orvieto. Dalla prossima settimana avvieremo quindi tavoli di lavoro in tutte le province emiliano-romagnole per incontrare gli amici interessati alla nuova sfida che abbiamo lanciato: con l’obiettivo di incontrarci tutti il 27 febbraio a Bologna insieme ai promotori nazionali del Patto di Orvieto. Sarà un cammino lungo ed arduo ma necessario per far si che le tante piccole scialuppe presenti oggi nel campo del popolarismo italiano tornino ad animare una grande nave capace di solcare gli oceani e non più i piccoli mari attraversati fino ad oggi. Per questo ognuno, con la propria storia e con la propria comunità di riferimento, potrà essere protagonista di questo cammino: non svestendosi dalla propria casacca ma sentendosi a pieno titolo ‘a casa propria’ in un percorso di medio-lungo termine teso a creare e non dare semplicemente una casa alla nostra gente. In questo lavoro saranno sicuramente in prima linea i tanti giovani che da mesi guardano con interesse e partecipazione alla sfida da noi lanciata, pronti a spendersi in prima persona alle prossime amministrative per raccogliere il consenso che arriverà dai tanti che sono stanchi di non andare a votare perché non trovano candidature all’altezza delle loro aspettative. Questo non dovrà più accadere. Per far sì che non si ripeta occorrerà lealtà e coerenza con gli ideali che ci muovono a fare politica: per noi non possono che sintetizzarsi nella dottrina sociale della Chiesa. Un’ispirarsi a dei valori che non vuole essere una chiusura ai tanti amici che non sono cattolici, ma vuole essere l’occasione entro la quale riconoscere quanto sia vera oggi la frase di Benedetto Croce ‘non possiamo non dirci cristiani’. In un momento dominato dai pensieri deboli occorre proporsi con un pensiero forte: come più volte ha dichiarato in passato Adriano Olivetti ispirarsi alla cultura cristiana non vuol dire proporre una politica da cristiani per i cristiani ma significa riconoscere l’origine e la radice giudaico-cristiana come imprescindibile esperienza per vivere appieno la dinamica della laicità dello stato. Noi, con umiltà e coraggio, ci spenderemo per una sfida all’altezza di quanto espresso: per meno di questo le nuove generazioni di laici cristiani e non che guardano all’impegno civile con interesse non sarebbero minimamente disposti a scendere in campo. Ci misureremo quindi con la dura legge del consenso elettorale partecipando alla sfida delle amministrative: consapevoli che senza un popolo i movimenti politici non esistono. Saremo quella realtà politica alternativa alla sinistra e disposta ad allearsi con tutti gli amici del centro destra (in primis quelli aderenti al PPE) per conquistare le città che andranno al voto in primavera: occorre riunire tutti coloro che non si riconoscono nel populismo di Grillo e Renzi dentro una vasta coalizione in grado di dare ampia rappresentanza alle istanze delle famiglie italiane e dei ceti produttivi del paese più sofferenti. Lo faremo consumandoci le scarpe ogni giorno e rimandando costantemente #sempreinlotta per testimoniare ciò in cui crediamo e per il quale siamo disposti a dare tutto di noi stessi. Fino in fondo.
Mirko De Carli