ISTRUZIONE/De Carli: in Basilicata il gender non andrà a scuola

Gender-a-scuola-680x365La Croce quotidiano – La regione Basilicata sta diventando, negli ultimi mesi, terra di scontro sul tema del gender. Ne abbiamo parlato nelle settimane scorse riportando i risultanti importanti ottenuti da alcuni consiglieri regionali amici della piazza del 20 giugno rispetto al divieto dell’istruzione gender nelle scuole della regione stessa. Il tutto si è verificato grazie all’intelligenza e trasversalità dell’iniziativa e soprattutto alla spaccatura avvenuta all’interno del partito di maggioranza relativa nel governo regionale. Importante la testimonianza che ci arriva dalla Lucania perché dimostra che, oltre all’impegno di informazione e di resistenza al senato, occorre che nei territori gli amici della battaglia a difesa dei più piccoli e delle mamme e papà d’Italia si mobilitino per arrestare l’ondata gender che rischia di invadere silenziosamente il percorso formativo dei nostri ragazzi. Ne ho conversato in questi giorni con Aurelio Pace, consigliere regionale in Basilicata per i Popolari per l’Italia e uomo da sempre impegnato nella battaglia a difesa della famiglia naturale. ‘Ho scoperto in questa battaglia che le istituzioni sono afone rispetto ai temi identitari e valoriali per noi non negoziabili’ mi dice subito il consigliere, che poi aggiunge: ‘nella contingenza lucana venne presentata una mozione per i diritti lgbt che addirittura proponeva una percentuale riservata all’interno dei concorsi pubblici per queste categorie. Noi, con una battaglia non discriminatoria e di grande tolleranza, abbiamo ritenuto di far prevalere in una regione che ha un forte dato valoriale rispetto al fatto cattolico la battaglia per bloccare il gender’. Quindi un’azione a difesa dei più piccoli e della categoria ‘famiglia naturale’ che oggi viene costantemente attaccata. Ma come è stato possibile tutto ciò? ‘Naturalmente partendo come consiglieri di opposizione non sarebbe stato possibile tutto ciò se non con una convergenza trasversale e quindi con una sensibilità diffusa: a questo è stato  fatto seguito un tavolo permanente sul tema dell’ideologia del gender che è stata trasferita come volontà del consiglio regionale nel suo non insegnamento all’interno delle scuole lucane. Poi è seguita una seconda mozione contro la barbarie dell’utero in affitto che verrà discussa la settimana prossima. Chiediamo perciò che il consiglio regionale possa scrivere alla presidenza del consiglio italiana affinché si metta in piedi una moratoria contro l’utero in affitto’. Un impegno, continua Pace, per difendere ‘valori che sono ormai parte fondante del nostro impegno politico quotidiano: assieme ai consiglieri regionali che vogliono fare questa battaglia e ai tanti consiglieri regionali limitrofi che mi hanno contattato stiamo cercando di coordinare una volontà ed una testimonianza su valori che per noi sono fondanti e allo stesso tempo fondamentali’. A questo punto mi affaccio più alla politica di palazzo chiedendo al consigliere se è possibile costruire un’alternativa a questa sinistra che somiglia sempre più a un partito radicale di massa partendo da queste battaglie. ‘Io credo che queste battaglie tengono unito il fronte del popolarismo europeo che è contrapposto al Pse: se non ripartiamo da un dato valoriale faremo fatica a tenere unite le forze politiche. La frammentazione del quadro nazionale impone esercizi di umiltà: è semplice trovarsi sui valori e io ripartirei da lì’. Naturalmente questa battaglia può e deve, come a livello nazionale, trovare fronti di disponibilità anche all’interno di quella parte di mondo cattolico che ha dato vita al Partito democratico. ‘Il Pd è un partito che guarda ampiamente a sinistra: le resistenze superano ampiamente le fasi collaborative su questi temi. Ringrazio però i due consiglieri regionali iscritti al partito democratico ma di area popolare. Mi chiedo però come faranno a stare in un partito che guarda sempre di più a sinistra e si mostra sempre più distante dal nostro modo di concepire la politica e, se mi permetti anche la vita’. Bello, la politica ed anche la vita: proprio così, perché diceva un grande sacerdote ‘la prima politica è vivere’. E l’aderenza a questo ideale può rendere possibile la coerenza con la propria idealità anche in politica. Le parole del consigliere Pace dimostrano che se siamo portatori di pensiero forte in una società dominata dal pensiero debole possiamo davvero essere quella boccata d’ossigeno rispetto al torpore del relativismo occidentale. La testimonianza personale di ognuno di noi può salvare un mondo in disfacimento: citando Tolkien ‘ho scoperto che sono le piccole cose… le azioni quotidiane della gente comune che tengono a bada l’oscurità. Semplici atti di gentilezza e amore.’

Mirko De Carli

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