La vera priorità è sostenere la famiglia
La Croce – intervista a Mario Mauro – Viviamo un periodo storico in cui il mancato intervento economico a sostegno della famiglia equivale a un 20 per cento di nascite mancate: 120 mila bambini in media in meno ogni anno. Per questo una delle questioni più preminenti oggi è, la crisi demografica: il suo superamento costituisce un imperativo da prendere in considerazione anche per far fronte a una recessione economica che continua a permeare le economie occidentali.
Questo significa dare priorità nell’azione politica: quali sono le sfide più urgenti per ridare speranza a un popolo?
Per questo la manifestazione del 20 giugno diventa un’occasione straordinaria per riaffermare che il paese non ha bisogno di vedere un parlamento impegnato su ddl come il Cirinna’ ma bensì su provvedimenti tesi, ad esempio, a una minore pressione fiscale per le famiglie e a favorire la crescita demografica nel medio-lungo periodo.
Intervistiamo il Sen. Mario Mauro, Presidente dei Popolari per l’Italia, per due motivi molto semplici: per capire le motivazioni per cui sarà in piazza sabato e perché è ancora ragionevole confidare nella politica come strumento di bene per il destino di un paese.
Lei sarà in piazza San Giovanni il 20 giugno: quali sono le ragioni che la spingono a prendere una posizione come questa?
Innanzitutto la necessità di ricordare alla nostra opinione pubblica che le istituzioni sono frutto di un patto di libertà e devono avere come obiettivo quello di essere garanti dei tentativi che i cittadini fanno per rispondere ai propri bisogni. Lo Stato non è padrone della vita della gente: lo Stato deve essere percepito come amico perché ha il compito di sostenere chi si mette i gioco per mettere su casa, famiglia, mettere al mondo dei figli, tentare l’avventura dell’impresa o vivere con responsabilità il compito del proprio lavoro. Proprio per tutte queste ragioni positive noi andiamo in piazza a testimoniare che è possibile costruire un modello di stato che abbia al centro persona e impresa, in modo tale che ci sia come obiettivo il progresso della nostra società.
La manifestazione si concentra su un punto, la ‘difesa dei nostri figli’. Ora una domanda: Perché in Italia è così difficile generare figli?
Questo è un interrogativo che percorre, come una lama affilata la storia degli ultimi quarant’anni. Siamo un paese diventato vecchio perché non ha avuto amore al destino di una generazione, un paese invecchiato (come dimostrano oggettivi studi come per esempio quelli promossi dal prof. Blangiardo dell’Università Bicocca di Milano) dove il trend demografico costituisce forse la prova più rilevante di quanto nel rapporto tra politica e complesso di motivazioni che determinano le scelte delle persone e delle famiglie lo Stato non sia stato capace di sostenere la libertà dei propri cittadini per affermare valori positivi: primo fra tutti il mettere al mondo dei figli.
Per inverso, in quali condizioni è più facile generare figli? Quali interventi governativi Lei ritiene necessari favorire questo?
Io credo che sia indubbio un nesso tra pressione fiscale e perdita della speranza da parte di un contesto sociale. Noi non dobbiamo dimenticare che in Italia le famiglie invece che vedere lo stato impegnato a creare le condizioni per una maggiore benevolenza e sostegno verso chi si impegna nel costruire il perno della nostra convivenza civile, si verifica una sorta di accanimento fiscale che finisce con privare di opportunità una generazione e creare ulteriori complicazioni per la nostra vita civile.
Sabato lei crede che si possano creare le condizioni per invertire questa tendenza e cominciare a parlare di politiche a sostegno della famiglia costituita da una mamma e da un papà invece di dibattere sul ddl Cirinna?
Il primo obiettivo di questa manifestazione è indicare delle priorità nella vita della nostra società: siamo proprio sicuri che la priorità della nostra agenda politica sia un ddl come il Cirinna’ o invece, fatto l’ovvio riconoscimento di quelli che sono i diritti delle persone in qualunque situazione scelgano di convivere, come si fa a promuovere il soggetto famiglia, come si fa a dare forza a quel nucleo della società che è l’unico che può garantire il benessere di una nazione.
In conclusione, crede che la mobilitazione di sabato possa essere decisiva per superare lo scoglio di normative pericolose, come noi più volte abbiamo scritto su La Croce, come il ddl Cirinna ad esempio?
La parola, in questo momento, è alla politica e in politica vanno cercate delle mediazioni che abbiano un principio alla base: siano fondate sulla verità. Perché una buona legge non è semplicemente il frutto di un compromesso fine a se stesso dove io faccio un passo avanti verso di te e tu lo fai verso di me e ci mettiamo d’accordo: perché se io dico una sciocchezza e tu dici una sciocchezza e ci mettiamo d’accordo non abbiamo fatto una buona legge ma abbiamo fatto un disastro per una generazione. Io spero che la manifestazione, come altri eventi di carattere culturale e sociale, possa rappresentare per gli uomini politici impegnati in una difficile mediazione, per altro in un tempo di crisi come quello attuale, un risultato che sia corrispondente al fondamento vero del nostro vivere civile: ovvero il fatto che non ci sarà futuro, né per l’Italia né per l’Europa, se non ci sarà una capacità in termini politici di rilanciare il trand demografico e di sostenere le ragioni della famiglia.
Mirko De Carli
19 Giugno 2015
CONDIVIDO – MA AGGIUNGO: LA QUESTIONE è EDUCATIVA. SE NON SEMINIAMO AFFATTO, SE NON CI BATTIAMO PER LA VERITA’, SE NON SAREMO CAPACI DI GIUDICARE UN FATTO DELLA RAGIONE (come lo è la difesa della famiglia naturale), SAREMO DESTINATI ALL’ARIDITA’ E NON RACCOGLIEREMO MAI.
OGGI SE FAI FIGLI E SEI IN DIFFICOLTA’ LAVORATIVE, LA GENTE TI RISPONDE: POTEVI FARE A MENO DI FARLI! MA SE ABBANDONI UN CANE PER STRADA TI METTONO IN GALERA!
OGGI PER OGNI FIGLIO A CARICO, IN ITA, SI SCARICANO SOLO 250€ ANNUI.
PER PAGARE LA SPAZZATURA, L’ALIQUOTA AUMENTA IN BASE AL NUMERO DI FIGLI CHE CI SONO.
E SE VOLETE … CONTINUO!
MEGLIO SEPARATI CIVILMENTE, QUESTO E’ QUELLO CHE VUOLE LO STATO (VEDI DIVORZIO BREVE): COSI’ SE DA UN LATO DAREMO I FIGLI ALLO STATO CHE CE LI ACCUDIRÀ ED EDUCHERÀ, DALL’ALTRO AVREMMO TUTTI MAGGIORI DIRITTI, INCLUSO UNO SCONTO FISCALE NOTEVOLE!
BELLA ROBA!