Pensare globalmente agire localmente

local_globalNel deserto culturale della politica italiana la fine dei partiti dopo il ventennio della seconda repubblica, nel Veneto abbiamo avviato alcune esperienze ispirate a quanto sosteneva John Naisbitt nel suo “ Megatrends” degli anni ’80: “ pensare globalmente agire localmente”.

Ancorati alla nostra cultura popolare e democratico cristiana  abbiamo salutato e sostenuto con passione a livello regionale la scelta di Flavio Tosi, “leghista democristiano”, in alternativa al trasformismo socialista renziano e agli estremismi populistici.

A Venezia con la lista Boraso civica popolare abbiamo contribuito all’esito positivo dell’esperimento di Luigi Brugnaro, con il quale siamo riusciti a offrire alla città un’alternativa alla ventennale gestione della sinistra rivelatasi fallimentare.

Con Tosi, in poco più di due mesi, abbiamo raggiunto il 12% dei voti alle elezioni regionali e solo il timore di una dispersione del voto moderato a vantaggio della candidata del PD, Alessandra Moretti, ha impedito un più consistente risultato. Tutto ciò ha favorito la nettissima affermazione di Flavio Tosi che, proprio in questi giorni, ha dato vita alla sua nuova giunta regionale del Veneto.

Con Tosi abbiamo condiviso l’idea che con la maggioranza assoluta leghista in consiglio regionale, i nostri cinque rappresentanti attueranno un’opposizione costruttiva e non pregiudiziale, avendo presente l’obiettivo più ampio che intendiamo perseguire a livello nazionale. Un obiettivo che da tempo connotiamo come quello della formazione di un nuovo soggetto politico laico, democratico, popolare, liberale, riformista, europeista, trans nazionale, ispirato ai valori dell’umanesimo cristiano, inserito a pieno titolo nel PPE, alternativo al socialismo trasformista renziano e ai populismi delle estreme.

Un obiettivo al quale sono interessati altri partiti, movimenti, gruppi, associazioni politico culturali; quelle stesse che si ritroveranno il prossimo 18 Luglio a Rovereto, nella casa natale del beato Antonio Rosmini, per lanciare il documento-appello agli italiani.

Non solo movimenti e gruppi dell’area di ispirazione popolare, ma anche di matrice laica liberale e riformista, per un progetto cui non potrà restare indifferente la stessa Lega tanto nella versione più dura salviniana che in quella più governativa di Maroni e dello stesso Zaia.

Siamo anche interessati a ciò che accade in Forza Italia con l’emergente neo governatore della Liguria Toti, nell’area esterna dei “conservatori” di Fitto, dei liberali di Passera, e, da parte nostra, concorreremo al progetto insieme agli amici della Federazione dei Popolari di Mario Mauro e con tutti i democratici cristiani delle diverse confessioni nelle quali si sono sin qui colpevolmente e irresponsabilmente suddivisi.

Con Flavio Tosi condividiamo l’idea di dar vita nel Veneto a una confederazione  di gruppi e movimenti, come quelli che ne hanno sostenuto la candidatura a governatore, di tipo inclusivo, che nasca sulla base della  condivisione di un manifesto di alcuni punti politico programmatici essenziali per il Veneto e per l’Italia.

Riteniamo, infatti, che oggi nel Veneto la stragrande maggioranza degli elettori, anche di quelli che hanno continuato a disertare le urne lo scorso 31 maggio, si riconosca nelle posizioni autonomiste civiche e popolari di Flavio Tosi. Una posizione che a Settembre avvierà la grande iniziativa per il referendum previsto dall’art.132 della Costituzione, con il quale la maggioranza degli elettori dei  comuni del Veneto, Friuli V.Giulia e Trentino AA.AA, saranno chiamati a dire SI’ alla nascita della macroregione del Nord-Est.

Come lucidamente ha evidenziato l’amico Domenico Menorello, coordinatore dei Popolari per l’Italia del Veneto dopo la sentenza della Consulta formulato nell’esaminare le leggi regionali del Veneto nn.15 (referendum per l’autonomia) e 16 ( referendum per l’indipendenza) del 19 Giugno 2014: “Quel che resta della legge regionale n. 15/2014 non potrà mai arrivare a chiedere il regime di Statuto speciale per il Veneto o nuove forme di autonomia fiscale, né chiedere competenze che non siano già attribuite dalla ordinaria legislazione concorrente (si potrà al massimo chiedere che all’interno di tali competenze vi siano spazi residuali maggiori per la regione, ma si tratta di una prospettiva che non porta certo lontano). Peraltro, l’art. 3 di tale legge prevede che una simile procedura potrebbe avvenire solo “in concomitanza con le prime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo o del Parlamento nazionale, o con le prime elezioni regionali”, dunque non prima del 2018…

Se, poi, si possono fare solo i referendum “tipici”, cioè rigidamente previsti dall’ordinamento, proprio questo argomentare della Corte conduce a ritenere del tutto ragionevole percorrere la strada referendaria ipotizzata dall’art. 132 della stessa Costituzione.”

Sarà il primo banco di prova con gli amici leghisti in consiglio regionale, così come a Brugnaro a  Venezia e allo stesso Zaia, chiederemo di avviare da subito le procedure per istituire la “free zone” (zona franca) a Marghera (Venezia) in conformità a quanto previsto dai regolamenti comunitari. Quello della “free zone” è un progetto sollecitato fin dall’autunno 2014 dai Popolari di Venezia, inserito nel programma della lista Brugnaro, una delle condizioni necessarie per il rilancio economico, sociale ed occupazionale della “città lagunare più bella del mondo”.

Noi Popolari avvieremo nei prossimi giorni un think tank di qualificati studiosi ed esperti nelle diverse materie con il quale, tanto a livello regionale che comunale veneziano, elaboreremo progetti e proposte e vigileremo sul rispetto dei rispettivi programmi delle giunte di governo insediate a Palazzo Balbi (Regione Veneto) e a Cà Farsetti ( Comune di Venezia).

Ettore Bonalberti

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