Riscopriamo la politica, i partiti
www.futuro-europa.it – Ormai è da anni che si parla di “crisi della Politica”, di “crisi dei Partiti”. La verità è che le ragioni di queste crisi nascono dal fatto che sia la “Politica”, sia i “Partiti”, con la fine della Prima Repubblica non ci sono più.
Con l’avvento di Berlusconi, al quale va dato atto di aver salvato il Paese battendo la “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto che già assaporava una facile vittoria, si è sostituita la classe dirigente con “nominati” presi dalla società civile e catapultati nelle Aule Parlamentari grazie ad una nuova legge elettorale definita “Porcellum” dallo stesso estensore.
Di conseguenza sono sparite le Sezioni territoriali dei Partiti che svolgevano un importante ruolo di collegamento fra i cittadini ed i Partiti stessi; i “nominati” si sono guardati bene dall’essere presenti sui collegi, talché gran parte degli elettori non hanno mai saputo chi fosse il Deputato o il Senatore del proprio territorio; i cittadini si sono dovuti basare, per compiere delle scelte, solo dei mezzi di informazione ed in particolare degli ossessionanti programmi televisivi per capire, passivamente, quali fossero gli obiettivi di Governo e le proposte delle singole sigle politiche. Il progressivo aumento dell’astensionismo è il risultato amaro di questo nuovo procedere della Seconda e Terza Repubblica con effetti devastanti sulla partecipazione quale prima regola democratica.
Oggi, dunque, più che mai in presenza di un Premier come Renzi che vive di spot, annuncite, inaugurazioni, Leopolde, selfie, riforme istituzionali “ad personam” ecc., chiunque abbia voglia di porre fine a questo “imbonimento” dell’opinione pubblica senza risultati decisivi per le ripresa morale, economica della nostra società, ha solo una strada da intraprendere, prima che sia troppo tardi: quella di ricreare sui territori una militanza idealmente motivata che sappia essere reale punto di riferimento di quanti intendano sottolineare personalmente i propri problemi e possano, insieme, individuare adeguate proposte risolutive.
Il cosiddetto “Centro-Destra” che ama, giustamente, definirsi alternativo al Renzismo, al Grillismo (altro esempio di impegno politico virtuale tramite Internet), si decida ad uscire dal Palazzo; non basi l’incidenza della propria presenza solo sul numero di Parlamentari che oggi vanta e che domani, con le preferenze, molti difficilmente saranno rieletti; la smetta di discutere aprioristicamente di Leadership; consenta, con umiltà e coraggio, che queste siano scelte da coloro i quali avranno la capacità di riconoscere autorevolezza a chi propone cose serie, concrete e realizzabili nell’interesse generale del Paese, a chi ha la capacità di parlare al cuore, all’intelligenza e non alla pancia degli elettori.
Senza queste caratteristiche, l’immagine, le promesse, le bugie avranno sempre più il sopravvento sulla realtà e la crisi della “Politica”, dei “Partiti” sarà senza ritorno, producendo solo la fine delle istituzioni democratiche tramandateci con il sangue dai nostri Padri Fondatori. Le nuove generazioni non ce lo perdoneranno.
Potito Salatto