ROMA/Venturini: dopo gli attentati di Parigi il tema della sicurezza diventa centrale
Il tema della sicurezza nella Capitale era già uno di quelli sensibili e sui quali dedicare particolare attenzione, ma esso è diventato veramente prioritario e centrale dopo i gravissimi fatti di Parigi.
Tutti ci rendiamo ben conto che Roma potrebbe essere uno dei prossimi obiettivi dei terroristi, se non altro per il valore simbolico di centro mondiale della cristianità.
Essere colpiti nel vivo della propria quotidianità è qualcosa che può sembrare remoto, ma purtroppo può diventare una dura realtà e non si comprende a fondo nella sua drammaticità finché non avviene, e lo dico per esperienza diretta dato che sono stato personalmente toccato dagli attentati negli anni novanta quando, a seguito dell’esplosione della bomba di San Giovanni, il mio studio professionale è stato letteralmente sventrato. Quella notte mi è veramente crollato il mondo addosso vedendo muri lesionati, finestre a terra, fascicoli distrutti, computer in mille pezzi, insomma parte della mia vita e di quella dei miei clienti in un cumulo di macerie. Sono stato fortunato nel non trovarmi a lavorare nella mia stanza al momento dell’esplosione, salvandomi così da morte certa, nonostante ciò ero disperato, per cui posso immaginare lo stato d’animo di chi non ha subito solo danni materiali, che si riparano, ma è rimasto ferito o addirittura ha perso un proprio caro.
Quel ricordo, ancora presente nella mia mente, mi porta con ancor più determinazione a ribadire che ognuno di noi deve impegnarsi per il bene comune e che solo con la collaborazione di tutti, ma veramente di tutti, si potrà superare questo momento di incertezza e di percezione di vulnerabilità.
Fare di quanto accaduto una guerra di religione è una strada sbagliata e che non porta da nessuna parte, ma una vera e propria rinascita culturale basata sulle nostre radici giudaico cristiane appare necessaria non per sopraffare alcun altro tipo di sensibilità, che ha tutti i diritti di esistere, ma per non esserne in qualche modo sopraffatti.
Insomma riscoprendo tutti noi le basi della nostra civiltà occidentale, ovviamente nel rispetto delle diversità, potremmo costruire un fortissima e solida struttura sociale nella quale le infiltrazioni estremiste troverebbero un impenetrabile ostacolo.
Quello che intendo dire è che per essere veramente sicuri non bastano gli interventi della autorità preposte, ma è necessario riscoprici come comunità e collaborare tutti per la nostra sicurezza.
Venendo a proposte concrete riguardo alla nostra Città ritengo che: la futura amministrazione di Roma Capitale debba creare le condizioni affinchè gli organi deputati alla sicurezza (forze di polizia, magistratura) siano nelle condizioni migliori per operare (strutture territoriali, organi di controllo e segnalazione, collegamento tra il cittadino e le forze dell’ordine); sia fondamentale la centralità della Commissione Sicurezza dell’Assemblea Capitolina ed essa deve costituire l’Istituzione nella quale condividere l’esame e la valutazione delle cause di insicurezza urbana nonchè determinare le scelte operative, implementando ed aggiornando costantemente la c.d. “mappa del rischio”; la partecipazione del Sindaco al Comitato per l’ordine e la sicurezza debba avere sempre più la funzione della rappresentazione delle esigenze della città al Prefetto, al Questore ed ai comandanti della Carabinieri e della Gdf, condizionando ed indirizzando, quindi, le scelte operative alle effettive necessità contingenti; sia necessario il capillare controllo della sicurezza per scoraggiare ogni violazione, anche con l’istituzione del vigile di quartiere, garantendo maggiore presenza della Polizia Municipale, assicurata anche con una razionalizzazione migliore dei turni e dei compiti di servizio; sia auspicabile un’attività di prevenzione con la diffusione della cultura della legalità nelle scuole e negli ambienti più a rischio, con eventi e manifestazione allo scopo dedicate; l’Amministrazione comunale debba promuovere, ad esempio con riduzioni delle imposte locali, l’implementazione dei servizi di portineria nei palazzi, servizi che costituiscono uno dei primi sistemi di capillare controllo dei quartieri; sia necessaria la collaborazione delle forze di polizia e dell’Amministrazione di Roma Capitale con il territorio (commercianti, portieri, condominii), prevedendo specifici compiti (ad es. istituendo il responsabile per la sicurezza del condomini), anche incoraggiando la collaborazione con meccanismi premiali sotto l’aspetto della fiscalità locale; si debba istituire l’anagrafe delle telecamere (di negozi, banche, condominii etc.) esistenti in città, così da rendere più efficace ed immediatamente consultabile la capillare rete che già è presente nella Capitale.
In conclusione, il migliore modo per rendere omaggio alle vittime di Parigi, per le quali ogni parola di cordoglio è scontata ed appare sinceramente una frase fatta, è quello di non far sì che il loro sacrificio sia stato completamente inutile, ma di prenderlo come spinta propulsiva ad unire veramente tutti i popoli della terra in un’unica voce contro i crimini verso l’umanità e come ulteriore motivo per l’impegno di tutti noi, ognuno nelle proprie città e secondo le proprie possibilità, contro ogni forma di violenza.
Antonfrancesco Venturini
Coordinatore di Roma Capitale Popolari per l’Italia