Salatto: Ignazio Marino “governa”. La responsabilità è del Pd
AFFARITALIANI.it -Che ormai il leaderismo sia una caratteristica della nostra politica è un dato scontato. Quando però il leader delude, la responsabilità cade certo su chi lo ha votato, ma coinvolge inevitabilmente anche la forza politica che lo ha espresso e indicato all’opinione pubblica.
Marino, sindaco di Roma capitale, è uno dei più emblematici casi ai quali accennavo. Il popolo del Pd, il partito, lo ha sostenuto alle primarie e poi nel corso della campagna elettorale. Ci si compiaceva della novità dell’uomo e non della struttura partitica alle sue spalle; di una rottura rispetto alle precedenti amministrazioni che avrebbe avuto la capacità di risollevare l’intera città dal declino verso il quale si era avviata.
Risultato: aumento delle tasse locali, servizi inefficienti più che nel passato, viabilità in crisi perenne, fognature stabilmente otturate con allagamenti periodici, strade ancor più sconnesse, strutture urbane fatiscenti, eccetera.
Come può, il Pd, che pure ha espresso questo sindaco, assumere un atteggiamento di insofferenza senza fare nulla per porre termine a un tale stato di cose? La classe dirigente del partito può immaginare che l’elettorato romano la giudichi esente da responsabilità? La Capitale merita un sindaco costantemente sorridente, mentre tutto va a rotoli? Si può governare solo con l’aumento della tassazione, senza spiegare le maggiori entrate a cosa sono funzionali?
Spero che la pausa estiva provochi qualche intelligente meditazione che possa cancellare gli errori fin qui commessi. Ritornare alle urne, oltre che essere un dovere verso i cittadini romani, sarebbe la soluzione più seria e immaginabile per questa città che amiamo e che merita certo qualcosa di meglio.
In caso contrario, ogni responsabilità non potrà essere addebitata solo all’incapacità di Marino a svolgere le funzioni di sindaco: chi lo ha sostenuto e lo sostiene sarà non vittima ma complice.