Sbarchi, Mauro: intelligence e truppe speciali Ue per neutralizzare barche in partenza

Presentazione del nuovo progetto politico dei "Popolari per l'It

ilVelino/AGV NEWS Roma – “Pentirmi della missione Mare Nostrum? Piuttosto dovrebbe pentirsi chi ha preso l’affrettata decisione di consentire il conflitto in Libia nel 2011”. Cosi’ al VELINO il senatore Mario Mauro, presidente dei Popolari per l’Italia e ministro della Difesa nell’ottobre 2013 quando prese il via l’operazione militare e umanitaria pianificata dal governo Letta per affrontare il problema degli sbarchi di immigrati sulle coste italiane. E se infuria la polemica contro la missione, con Forza Italia che ne chiede l’interruzione immediata causa totale fallimento, Mauro la difende e rilancia: “Il centrodestra dovrebbe concentrarsi sulla possibilita’ di ridare spessore alla dimensione di sicurezza dell’operazione. L’accoglienza va di pari passo con la sicurezza”. Che Mare Nostrum sia necessaria, spiega Mauro, “lo dice l’evidenza delle cose: se togliamo le navi della missione non e’ che gli sbarchi finiranno, ma semplicemente moriranno piu’ persone

“Nei mesi quando e’ stata pianificata – afferma -, il problema era dato non tanto dal flusso proveniente dalla Libia quanto dall’incrocio di quei flussi con quelli provenienti dal porto di Alessandria d’Egitto che attraverso le ‘navi madri’ hanno portato in Italia migliaia di siriani”. All’inizio della missione gli interventi della Marina Militare, sottolinea l’ex ministro, “avevano un carattere piu’ fortemente votato alla sicurezza con arresti di persone legate a organizzazioni terroristiche”. Proprio per questo legame dei flussi di immigrati con il terrorismo, Mare Nostrum, sostiene Mauro, “andrebbe affiancata dall’Unione europea perche’ altrimenti non usciamo dal circolo vizioso della questione nazionale”. Attraverso il traffico dei migranti e dei rifugiati, “i trafficanti di carne umana finanziano non solo reti criminali ma anche, come documentato dai servizi segreti algerini, i terroristi”. Va replicata “una missione europea stile ‘Atalanta’, che nel 2008 contro la pirateria difese la libera circolazione delle merci. Oggi, come allora, un’altra minaccia, quella terroristica, incombe sull’Europa e mette a rischio un bene comune. Per questo l’Ue deve intervenire”.

Per queste ragioni, ribadisce Mauro, va mantenuta Mare Nostrum “accettando l’idea di dimensione di sicurezza. Quindi penso a forze operative dell’Ue che intervengono per arrestare gli scafisti e operazioni mirate di intelligence e truppe speciali per neutralizzare le barche in partenza perche’ legate a organizzazioni terroristiche”. Una discussione di questo genere, dichiara Mauro, “e’ stata fatta in ambito Nato e vi hanno partecipato i nostri Stati maggiori. Ma a che punto oggi siano queste riflessioni non ne ho idea”. Nell’immediato, come si puo’ frenare l’emergenza sbarchi? “Parlare di immediato e’ impossibile – replica Mauro -. Il problema e’ legato all’instabilita’ di conflitti nell’area mediterranea e mediorientale che dureranno decenni: la questione siriana, quella irachena, il riassetto del Medio Oriente e dell’area del Golfo, il confronto tra sciiti e sunniti, il braccio di ferro tra Iran e Arabia Saudita. Questioni le cui ricadute hanno gia’ generato un nuovo paese abitato da milioni di persone: lo Stato dei profughi”. Si tratta, conclude l’ex ministro della Difesa, “di sommovimenti epocali che l’Occidente non e’ stato capace di gestire e rispetto ai quali gli Stati Uniti hanno commesso errori profondi, in primis l’aver abbandonato l’Iraq al proprio destino. E di questi errori pagheremo il conto per decenni”.

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