Se a Strasburgo si preferisce non nominare i cristiani

no-religioneLa Croce – contributo di Mirko De Carli – La risoluzione dal titolo ‘Persecuzione dei cristiani nel mondo: il recente caso del Kenya’ è diventata un caso all’apertura della seduta plenaria del Parlamento europeo che si è svolta a Strasburgo lunedì 27 aprile. Il dettaglio che ha scatenato la contrapposizione è stato la parola ‘cristiani’. Secondo i rappresentanti del Pse e dei Verdi doveva essere eliminata dal documento. Una decisione che ha sollevato le contestazioni dei deputati popolari presenti in aula, dal momento che la risoluzione vuole fare luce sul massacro perpetrato dai terroristi islamici di Al-Shabaab lo scorso 2 aprile nel campus universitario di Garissa nel Kenya nordorientale e nel quale vennero barbaramente uccise 148 persone.

«Ancora una volta si è tentato ipocritamente di non riconoscere le persecuzioni che colpiscono i cristiani nel mondo e la cosa davvero ignobile è che tutto ciò si è verificato in merito a un episodio in cui giovani studenti sono stati selezionati e uccisi dai terroristi solo perché credevano in Gesù Cristo e non in Allah», ha detto Massimiliano Salini, gruppo del Ppe, che era presente in aula al momento del voto. «E’ inaccettabile che nel Parlamento Europeo si sia ormai arrivati al punto di provare vergogna davanti alla parola ‘cristiano’. Sistematicamente assistiamo ai tentativi di sostituirla con il termine più generico ed edulcorato di minoranza».

E’ stato il capogruppo del Ppe Manfred Weber a intervenire in aula e a richiedere che non fosse rimosso il termine dal titolo della risoluzione.

«Alla fine ha prevalso il buon senso – commenta Salini – e i popolari, che spesso hanno dato prova di incertezza rinunciando a condurre con la giusta determinazione la battaglia per il riconoscimento delle origini giudaico cristiane dell’Europa, in questo caso hanno votato compatti.

Oltre al gruppo Ppe anche una pattuglia di deputati targati Pse hanno compreso l’assurdità di ciò che stava accadendo e si sono dichiarati a favore dell’inserimento della parola nel testo. Tra questi troviamo gli italiani Bresso, Kyenge, Mosca e Sassoli.

Nella versione finale del documento si legge che «gli attacchi di Al Shabaab in Kenya sono drammaticamente cresciuti negli ultimi anni provocando oltre 600 morti incluse le 67 persone al centro commerciale West Gate a Nairobi nel 2013» e che «secondo i dati Osce il numero dei cristiani uccisi ogni anno supera i 150.000».

I combattenti kenioti rappresentano il 10% delle forze totali del gruppo terroristico che ha base in Somalia ed è affiliato ad Al Qaeda. Ora che la risoluzione è stata inserita all’ordine del giorno, spetterà all’Alto rappresentante per la politica estera Federica Mogherini fare una dichiarazione davanti al Parlamento di Strasburgo martedì 28 aprile mentre entro giovedì si saprà se sarà possibile ottenere un documento congiunto da parte di tutti i gruppi che partecipano ai lavori.

 

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