Senza un centrodestra allargato e unito ci aspettano vent’anni di renzismo
Mai il centrosinistra è stato così forte negli ultimi venti anni. Il centrosinistra o meglio il blocco affiliato a Renzi: un insieme di eventi, un mix di abilità e fortuna, danno a questo Governo la tranquillità che manca notoriamente ai nostri Premier sempre col terrore che tutto finisca prima del termine.
Oltre a questo anche una grande sicurezza nel caso si andasse ad elezioni: i motivi sono molti, ma soffermiamoci sul principale. Non si vede all’orizzonte un leader che abbia sia la credibilità sia i numeri per esser l’alternativa a Renzi. Manca una proposta alternativa a questo Governo.
Gli Italiani, anche i non renziani, chi possono vedere al governo domani? Non certo Grillo e la sua compagine: terrorizzati dall’idea di andare al Governo per la mancanza evidente di una linea interna e probabilmente anche di una leadership politica minimamente in grado di avere responsabilità di governo nazionali. Salvini? No. E’ un buon oppositore, soddisfa alcune esigenze dell’elettorato (o di una parte dello stesso), ma non è credibile come leader alternativo. Rimarrebbe solo il centrodestra ad avere la cultura politica credibile per governare: quel pensiero moderato che in Italia comunque riscuote normalmente i consensi sufficienti per governare. Ma oggi il centrodestra è composto da poche persone e troppe voci, molti fratture ed enormi dubbi stratetigici, il primo dei quali riguarda il ruolo di Berlusconi. Si può approfondire all”infinito la questione sui contenuti politici di queste realtà, ma il punto centrale è uno solo: con questa legge elettorale dagli effetti maggioritari la sola alternativa a Renzi è un centrodestra compatto ed allargato. Se lo scopo è davvero rimuovere Renzi dal vertice solo un asse Berlusconi Salvini avrebbe i voti e la credibilità per farlo; qualunque forma si decida poi di conferirgli. Ogni alternativa genera lo stesso scenario che, incidentalmente, è il migliore per Renzi: una grande domanda politica di alternativa a questo centrosinistra che però perde capacità perchè si va a dividere tra tre generali: Berlusconi, Salvini e Grillo.
Questo punto è, piaccia o non piaccia, ineludibile. A tutto questo occorre aggiungere un enorme problema da risolvere per il centrodestra: il movimento 5 Stelle. Stiamo parlando di un partito che sottrae consenso e voti al centrodestra e di fatto sostiene politiche di centrosinistra o attivamente (come nel caso dell’abolizione del reato di clandestinità) o astenendosi (e quindi rendendo nulla la volontà dell’elettore proveniente dal centrodestra). Integrare Salvni nel centrodestra può essere un buon modo per fermare almeno in parte l’emorragia dell’elettorato deluso dal centrodestra e attratto dall’offerta grillina. Senza affrontare con chiarezza questi due punti possiamo fin da ora affermare che dopo venti anni di Berlusconismo ci potrebbero toccare venti anni di Renzismo.
Antonio Russo