Ubi major minor cessat

20150521sSDP_4922-755x491Con la dichiarazione di ieri del Presidente della CEI, card Bagnasco, ogni residua ambiguità viene spazzata via e finalmente il “Popolo di Dio della Chiesa italiana” conosce il vero orientamento dei Vescovi in merito alla manifestazione indetta il 30 Gennaio a Roma .

 “Ubi major minor cessat” e il segretario Mons Galantino rientri doverosamente nel suo ruolo di segretario della CEI, lasciando al Presidente il compito e la funzione che gli sono propri.

 Non possiamo che condividere con il card Bagnasco l’idea che “Il Family Day “ del 30 gennaio è un’iniziativa «a difesa della famiglia, del sostegno pieno alla famiglia che non può essere uguagliata da nessun’altra istituzione o situazione. L’obiettivo è decisamente buono» e «assolutamente necessario perché le politiche familiari sono piccolissime»: «la famiglia è il fondamento di tutta la società»

Il presuie ha poi così continuato: «La promozione della famiglia  e l’invocazione di sostegni reali, che fino ad adesso sembra che non ci siano, dovrebbe essere una voce unitaria di tutto il Paese, di tutte le famiglie italiane, anche in modo diversificati».Nessuna ambiguità e possibilità di interpretazioni equivoche da parte di vescovi, sacerdoti e “cattolici adulti”.

La Chiesa italiana si schiera in difesa della famiglia naturale e così come  è indicata nella Costituzione della Repubblica.

 Lasciamo alla senatrice Cirinnà il compito di difendere il suo equivoco progetto e ci auguriamo che, a partire dagli amici di Area Popolare presenti nel governo, ai cattolici del PD,lo stesso presidente del Consiglio sappia assumere una posizione di equilibrio che, fatti salvi i diritti civili delle coppie omosessuali, non portino a stravolgere il diritto naturale e la stessa carta fondamentale su cui si è costruito il patto sociale degli italiani.

 Come prima più di prima

 Era già accaduto al Cavaliere che, con la manovra sullo spread e tra i sorrisi beffardi del duo Merkel-Sarkozy, complice un presidente della Repubblica prono al volere dei poteri finanziari forti, fosse defenestrato dalla guida del governo nel Novembre 2011. Fu un’operazione che assunse i caratteri di un vero e proprio “golpe blanco”.Sta accadendo adesso nei confronti del “giovin signore fiorentino”.

 L’accesa polemica con il Presidente della commissione europeaJunckere il grave isolamento in cui è incappato Matteo Renzi, sono il segnale di un cartellino giallo tendente al rosso che non mancherà di scattare se le verifiche in atto sul disastrato sistema bancario italiano riveleranno l’esatta consistenza del deficit presente.

 Sembra svanire così quell’aurea di invincibilità che ha accompagnato sin qui la rapida, seppur ambigua e inconsueta, ascesa del capo del governo mai eletto dagli italiani; mentre si appalesano in tutta la loro drammaticità e pesanti conseguenze per l’Italia, le incapacità e insufficienze di un’azione di governo nelle mani di un furbastro dilettante allo sbaraglio.

 Si può anche contare su una maggioranza drogata di un Parlamento di “nominati” illegittimi, ma, con politiche ambigue e conti fuori controllo, solo con la propaganda e i messaggini via twitter non si governa un grande Paese come l’Italia. E’ tempo che l’arrampicata veloce del giovin signore si interrompa e si avvii un progetto di ricomposizione dell’unità nazionale che le politiche del renzismo trasformista rampante hanno compromesso non solo sul fronte interno, ma nociuto pericolosamente anche su quello europeo e internazionale.

 Ettore Bonalberti

 

Author: admin

Share This Post On

Submit a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *